L’esame del liquor cefalorachidiano – nel quale sono “immersi” sia il cervello sia il midollo spinale – che si ottiene tramite puntura lombare o rachicentesi, è di grande importanza, per non dire indispensabile, nella valutazione di molteplici malattie neurologiche.
Il liquor cefalorachidiano viene raccolto con una procedura mini-invasiva, ossia una puntura a livello della colonna vertebrale lombare, con un ago sottile (ago spinale).
È poco più dolorosa di un normale prelievo di sangue: l’unico effetto collaterale, che può comparire nel 10-20% dei casi, è una cefalea transitoria della durata di alcuni giorni.

Domande frequenti

Come si svolge l’esame?
Il Paziente sottoposto a rachicentesi (questo il nome scientifico della puntura lombare) dovrà accomodarsi in una di queste posizioni: 1) sdraiato su un fianco, la testa piegata verso il torace, le ginocchia piegate sull’addome, la schiena sul margine del lettino; 2) seduto con le gambe giù dal lettino e i piedi appoggiati su uno sgabello, la testa piegata sullo sterno, le braccia e il torace appoggiati su un cuscino sostenuto dalle ginocchia. In entrambe queste posizioni la colonna vertebrale viene inarcata, lo spazio tra le vertebre aumenta e il Medico può introdurre l’ago con maggiore facilità.
Individuato lo spazio tra le vertebre dove inserire l’ago, la zona viene disinfettata e l’ago inserito nello spazio fra due vertebre lombari (di solito tra la 4a e la 5a, oppure tra la 3a e la 4a). I pochi cc. di liquor raccolto vengono esaminati secondo le indicazioni per cui l’esame viene effettuato. Dopo l’esame il Paziente deve stare a riposo per alcune ore, esclusivamente al fine di evitare l’insorgenza di cefalea. Non sono necessarie altre precauzioni.

Ci sono controindicazioni all'esame liquorale o possono effettuarlo tutti?
La rachicentesi è controindicata nei casi di accertata ipertensione endocranica (aumento di pressione all’interno della scatola cranica) per il pericolo di provocare erniazioni di tessuto cerebrale. Cautela va esercitata in caso di alterazioni della coagulazione del sangue o in caso di ridotto numero di piastrine per il rischio di provocare emorragie. Anche la presenza di infezioni nella zona dove si fa la puntura rappresenta una controindicazione, Assolutamente da sfatare, invece, è il luogo comune che l’esame possa provocare paralisi degli arti: l'estensione del midollo spinale finisce all'inizio della prima vertebra lombare, mentre la puntura viene eseguita tra le ultime tre vertebre lombari. È perciò esclusa la possibilità di ledere strutture nervose e, pertanto, di produrre danni neurologici

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