Nel quadro del rinnovamento delle apparecchiature del proprio centro diagnostico, Montallegro ha installato un mammografo Selenia Dimensions Hologic di ultima generazione che lavora in tomosintesi 3D. Hologic è un’azienda di dimensioni mondiali con sede a Danbury, CT. Massachusetts. In Italia il distributore autorizzato dei prodotti Hologic è Technologic srl di Torino

Parliamo di questa apparecchiatura all’avanguardia nel campo della mammografia e della diagnosi precoce e delle sue performance nettamente migliorative rispetto alle mammografie convenzionali con Enrico Tedesco, laureato in ingegneria elettronica al Politecnico di Torino, product manager di Technologic srl, in passato docente di information technology.

– Ingegnere, che cosa si intende per tomosintesi?

«La tomosintesi è la tecnica di imaging 3D nata per superare i limiti diagnostici della mammografia dovuti alla sovrapposizione del tessuto fibroghiandolare. Permette di ricostruire una stratigrafia della mammella a partire da 15 proiezioni bidimensionali e da diverse angolazioni, con una dose totale equivalente a quella erogata da una singola proiezione in 2D. I mammografi Hologic Selenia Dimensions consentono di eseguire l’esame “tomo HD”, costituito dalla tomosintesi 3D e dall’immagine sintetica 2D attraverso il software C-View che genera immagini 2D sintetizzate dal set di tomosintesi senza richiedere esposizioni ai raggi X aggiuntive. La tomosintesi, quindi, è uno strumento diagnostico che permette di studiare la mammella “a strati” e dal “di dentro”. Questo è un grande vantaggio per i seni difficili da leggere, ad esempio nei seni densi, che possono così essere analizzati più specificamente e in dettaglio, svelando lesioni che nell’immagine convenzionale bidimensionale sarebbero mascherate».

Un grande passo avanti nella mammografia

– Quindi un grande passo avanti rispetto ai mammografi tradizionali?

«La tomosintesi consente sia l’individuazione di un maggior numero di lesioni, con una migliore analisi della forma e dei contorni delle lesioni stesse, sia una riduzione dei falsi positivi e della necessità di successivi approfondimenti. Combinata con le immagini sintetiche, la tomosintesi ha dimostrato di essere superiorealla sola mammografia 2D convenzionale: erogando una dose di radiazioni equivalente a quella di un esame mammografico 2D convenzionale si ha la stessa qualità di informazione che si ottiene con la doppia esposizione 2D+3D, informazione decisamente superiore rispetto a quella ottenibile con la sola 2D Il risultato che ne consegue è l’aumento dell’accuratezza diagnostica, potendo essere rilevate lesioni che risulterebbero non individuabili con la mammografia standard».

Immagni fornite da un mammografo 2D e dal software C-View del Selenia Dimensions Hologic

– Anche la struttura dell’apparecchio è diversa rispetto a quelli convenzionali?

«Rispetto a un mammografo convenzionale, la struttura dello strumento è modificata per permettere alla sorgente radiogena di ruotare ed eseguire radiografie del seno a diversi angoli di proiezione, mentre la mammella rimane compressa sul piano di appoggio; le immagini digitali, acquisite a bassa dose, sono poi opportunamente processate per ricostruire gli strati a diversa profondità».

– Quanto tempo è necessario per acquisire le immagini?

«Il tempo di acquisizione delle proiezioni di tomosintesi Hologic è tra i più rapidi tra i sistemi attualmente disponibili: il mammografo impiega meno di 4 secondi per acquisire le diverse proiezioni ai diversi angoli. Minor tempo di acquisizione significa minor tempo di compressione, il che garantisce il miglior comfort per la paziente e la drastica riduzione della ripetizione dell’acquisizione dovuta agli artefatti da movimento».

I vantaggi della tomosintesi

– Voi vi basate su vari studi per promuovere il mammografo Hologic…

«Per la validazione della tomosintesi con gli apparecchi Selenia dimensions Hologic, in Italia sono stati condotti diversi studi in ambito di screening e di clinica. I più significativi si sono svolti a Trento e a Verona su 7.292 pazienti. Il risultato è l’aumento della capacità di riconoscere le lesioni cancerose (circa il 50% in più), cui si unisce la riduzione dei richiami per sospetti generati dalla 2D. Va segnalato che la diminuzione del tasso di richiamo ha importanti ripercussioni sulle pazienti: ridurre i richiami significa ridurre significativamente uno dei peggiori effetti indesiderati dello screening ovvero l’ansia generata nella donna dal dover ripetere l’esame. I risultati conseguiti in Italia sono perfettamente allineati con un altro studio condotto a Oslo».

– In sostanza questo apparecchio produce, partendo dalla tridimensionalità, anche immagini 2D di valore superiore a quelle dei mammografi tradizionali…

«La ricostruzione dell’immagine 2D avviene, come abbiamo detto, a partire dalle acquisizioni in tomosintesi, Il software permette di identificare più facilmente masse e calcificazioni, consente di ottenere immagini con un’elevata risoluzione in contrasto e presenta dose nulla in quanto le immagini C-View sono ricavate dalla tomosintesi, senza esposizioni aggiuntive».

– Per concludere, quali sono i vantaggi dell’esame “tomo HD” che combina la tomosintesi con la mammografia convenzionale 2D?

«Riduzione della dose del 50%; valutazione diagnostica accurata, grazie alla capacità di dettaglio e alla nitidezza delle immagini 2D C-View; minor durata totale dell’esame; maggior comfort della paziente che subisce una compressione con una durata di esposizione di 3,75 secondi; elevata risoluzione dell’immagine grazie alla velocità dell’esame (con praticamente nessun movimento anche minimo della paziente) e alla tecnologia».

In apertura il mammografo Selenia Dimensions Hologic.

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Scritto da:

Mario Bottaro

Giornalista.