Blefaroplastica (plastica palpebrale)

Blefaroplastica (plastica palpebrale)

La blefaroplastica è un intervento che serve a eliminare le “borse” sotto gli occhi e l’eccesso di pelle della palpebra superiore che causano un aspetto invecchiato e stanco dell’occhio.
I rigonfiamenti palpebrali non costituiscono un problema legato solo all’estetica; spesso sono causa di piccoli ma fastidiosi disturbi, come arrossamenti, lacrimazione o restringimento del campo visivo.

La blefaroplastica è utile per correggere i segni dell’invecchiamento del contorno degli occhi, ma può essere eseguita anche in Pazienti giovani (dai 20 anni in su) che presentano problemi di natura estetica della regione palpebrale. Se lo si desidera è possibile anche modificare la forma dell’occhio.
La blefaroplastica è indicata, oltre che nel caso di palpebre appesantite e di “borse” sottoculari, anche per correggere la ptosi palpebrale (vale a dire l’abbassamento della palpebra) o un abbassamento della parte inferiore dell’occhio che ne evidenzia la zona “bianca” (ectropion).

Per la correzione della palpebra superiore vengono asportati una losanga di cute e l’eventuale grasso in eccesso; per quella della palpebra inferiore viene invece praticata per via transcongiuntivale (per evitare il formarsi di cicatrici esterne e per procurare una migliore ridistensione della parte inferiore dell’occhio), asportando il grasso che circonda il globo oculare.
Durante le prime dodici/quattordici ore dopo l’intervento, è normale che dalle ferite fuoriescano alcune gocce di siero o sangue: sarà sufficiente asciugarle con una garza sterile. Dopo l’intervento è anche normale che le palpebre si gonfino (edema) e che si manifestino dei lividi (ecchimosi) di varia entità.
Per i primi due o tre giorni l’edema sarà più o meno evidente, poi potrà spostarsi verso il basso e infine sparire; le ecchimosi, invece, scompaiono entro dieci/quindici giorni. Alcune volte queste conseguenze post-operatorie sono pressoché assenti, ma in altri casi si manifestano pesantemente e per lungo tempo.
Il gonfiore rende spesso difficoltosa la completa chiusura degli occhi.
L’anestesia può determinare transitoriamente la paresi dei muscoli oculari, accentuando ulteriormente la completa chiusura delle palpebre e causando talvolta diplopia (=percezione simultanea di due immagini di uno stesso oggetto). Si tratta di fenomeni transitori che scompaiono generalmente entro ventiquattro ore dall’intervento.
Per almeno una settimana dopo l’intervento è consigliabile evitare sforzi fisici per non provocare sbalzi pressori con conseguente rischio di sanguinamento.

Dopo la dimissione sarà necessario sottoporsi a medicazioni e a una serie di controlli concordati con i Medici: il follow up (cioè le visite e le terapie seguenti all’intervento) è parte integrante dell’intervento chirurgico e ne può influenzare il risultato.
All’incisione segue sempre una cicatrice che nel tempo tende a migliorare. Questi segni potrebbero richiedere un breve intervento di revisione per ottenere un miglioramento. Ogni intervento necessita di un periodo di assestamento che può variare da persona a persona. In genere la cicatrizzazione è un processo che implica mediamente due/tre mesi.
Il risultato dell’operazione dovrebbe essere stabile per molti anni.

È abitudine del Chirurgo eseguire fotografie per documentare la situazione degli occhi del Paziente prima, durante e dopo l’intervento chirurgico; le fotografie rimangano di proprietà dei Medici che le hanno eseguite e possono essere utilizzate per motivi scientifici nel rispetto dell’anonimato.
I Pazienti che desiderano mantenere riservato l’intervento chirurgico, devono prevedere almeno dieci giorni di convalescenza. Indossando gli occhiali da sole è però possibile avere una vita di relazione quasi normale anche due giorni dopo l’operazione.
La gravidanza non è indicata nei sei mesi successivi.