Dito a scatto

Dito a scatto

Alla radice delle dita, i tendini flessori (che fanno piegare il dito) sono contenuti in un canale detto “puleggia di riflessione”. Il “dito a scatto” (o, più correttamente, tenovaginalite stenosante) si presenta quando, per cause di tipo infiammatorio, la guaina che contiene i tendini flessori si restringe.
Questo fenomeno ostacola il normale scorrimento dei tendini all’interno della guaina, determinando uno scatto doloroso quando si deve piegare il dito che può restare bloccato in posizione flessa, obbligando il Paziente a utilizzare l’altra mano per raddrizzarlo; questa azione può provocare un altro scatto, altrettanto doloroso.
Il restringimento della guaina “strozza” i tendini che, a monte dell’ostacolo, si dilatano, formando un nodulo.
La lesione è spesso dovuta a movimenti ripetuti della mano per usare forbici o cacciaviti oppure a piccoli traumi reiterati. Si tratta di un disturbo frequente nei musicisti.

La terapia del “dito a scatto” può essere conservativa o chirurgica. Il trattamento conservativo è ipotizzabile nelle fasi iniziali della malattia. Quando lo scatto è frequente o in caso di blocco, è necessario l’intervento chirurgico.
La terapia conservativa prevede brevi periodi di immobilizzazione e l’uso di farmaci anti-infiammatori. Le infiltrazioni locali di sostanze antinfiammatorie possono essere eseguite una o due volte, ma c’è il rischio di danneggiare il tendine.

L’intervento chirurgico è eseguito in regime ambulatoriale o di day surgery (senza pernottamento del Paziente), in anestesia locale e ha una durata di circa 10 minuti. Consiste nell’apertura della parte ristretta della puleggia per allargare lo spazio necessario allo scorrimento del tendine. I punti di sutura vengono rimossi dopo circa 12 giorni. La medicazione non deve essere bagnata o sporcata.
Dopo l’intervento è necessario muovere al più presto il dito operato, evitando però sforzi o movimenti bruschi.

Dito “a scatto” – Mario Rossello