Se in anestesia generale viene messa “a riposo” la centralina del sistema nervoso, cioè il cervello, utilizzando l’anestesia locale viene interrotto temporaneamente il passaggio di corrente verso la centralina lungo i cavi che trasportano gli impulsi, cioè i nervi.
Se ne distinguono tre tipi.
Il più semplice, detto per infiltrazione, consiste nel creare un ponfo (cioè una sorta di “isola”) di anestetico attorno alla zona da incidere ed è utilizzato per rimuovere piccole neoformazioni della pelle, cisti sebacee, tatuaggi non più desiderati.
Le anestesie tronculari sono utilizzate per interventi su spalla, arto superiore e arto inferiore.
L’anestetico in questi casi viene apposto nella zona dove i nervi confluiscono a creare un fascio nervoso. Il blocco del plesso brachiale, eseguito nel collo o nel cavo ascellare, offre un’adeguata anestesia rispettivamente per la chirurgia della spalla e dell’arto superiore, mentre il blocco del nervo sciatico e femorale, ai livelli inguinale, popliteo e della caviglia, permette interventi su ginocchio e piede.
All’ultimo gruppo appartengono le anestesie locoregionali centrali, conosciute comunemente come anestesia spinale o subaracnoidea ed epidurale.
L’anestesia spinale consiste nell’iniettare un modesto volume (da 1 a 3 ml) di anestetico, utilizzando un sottile ago, tra due vertebre nello spazio subaracnoideo, cioè quello spazio che contiene il liquido che “bagna” il midollo spinale. Ha una durata che varia dalle 2 alle 4/5 ore e permette interventi sul basso addome come quelli urologici e ortopedici (tipo protesi d’anca) oltre a quelli che interessano distretti più bassi.
Un maggiore volume di anestetico depositato nello spazio peridurale, quello spazio cioè che riveste la zona più esterna del canale vertebrale, determina l’anestesia epi/peridurale. Questa tecnica, oltre che per l’intervento chirurgico, è utilizzata per l’analgesia postoperatoria e soprattutto è di estrema utilità per modulare il dolore nelle fasi conclusive del parto.
Tutte le anestesie locali possono essere accompagnate da sedazione o anestesia generale.
Questo significa che il Paziente non deve necessariamente “partecipare” al proprio intervento, ma può dormire senza rischi aggiuntivi.
Tutte le anestesie che appartengono a questo gruppo sono inevitabilmente utilizzate quando un’anestesia generale è del tutto controindicata.