Angelo Gratarola è il nuovo assessore alla Sanità della Regione Liguria. Negli ultimi anni è stato il direttore dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione e direttore del Dipartimento Emergenza dell’Ospedale Policlinico San Martino oltre che coordinatore del Dipartimento Interaziendale Regionale dell’Emergenza urgenza di Alisa.

«Gratarola − ha scritto Regione Liguria in una sua nota − è stato in prima linea durante gli anni difficili dell’emergenza Covid sia in corsia tra i pazienti sia nella cabina di regia con gli altri professionisti del sistema sanitario. Gratarola è stato scelto dal presidente della Regione Giovanni Toti in condivisione con tutti i partiti che compongono la maggioranza di governo della Regione e in particolare con i coordinatori regionali di Fratelli d’Italia Matteo Rosso, della Lega Liguria Edoardo Rixi e di Forza Italia Carlo Bagnasco».

«Desidero innanzitutto ringraziare il Presidente Giovanni Toti per l’eccezionale impegno profuso da settembre 2020 a oggi con la delega alla Salute. Sono stati due anni impegnativi in cui noi privati abbiamo cercato di offrire il nostro sostegno. Ad Angelo Gratarola che subentra in corsa, in questo difficile impegno, vanno i miei auguri personali, quelli di Montallegro e delle associazioni di categoria che temporaneamente rappresento, per un incarico importante e ricco di sfide – spiega Francesco Berti Riboli, ad di Montallegro -. La sanità italiana e in particolare quella ligure sta vivendo un momento complesso, acuito dagli anni pandemici che hanno messo a dura prova l’intero sistema.

Ma questi anni hanno anche insegnato e reso più evidente come il bene essenziale della salute dei cittadini passi attraverso una sinergia virtuosa tra sanità pubblica e privata. Sono certo che il nuovo assessore possa lavorare serenamente per dare a tutti i cittadini liguri cure eccellenti e tempestive sul territorio regionale. Da parte nostra, troverà sempre un interlocutore attento alle esigenze di salute pubblica, ma anche una voce forte nel sottolineare le criticità che possono indebolire la sanità privata, dai ricavi sempre più esigui, al ruolo marginale che gli viene assegnato in quel PNRR che dovrà ridisegnare nei prossimi anni la gestione della sanità tutta».

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