La valutazione del peso corporeo e dei rischi a esso associati è da tempo al centro del dibattito medico. Per anni, l’indice di massa corporea (BMI) è stato il parametro di riferimento. Oggi, tuttavia, la scienza dell’alimentazione si sta spostando verso indicatori più precisi, come la percentuale di grasso corporeo (BF%). Ne parliamo con Samir Sukkar, specialista in Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva e Scienza dell’alimentazione a indirizzo nutrizionistico e professore a contratto presso la scuola di specializzazione in Scienza dell’alimentazione dell’Università di Genova, che abbiamo incontrato in Montallegro che ha scelto come sede per la sua attività in libera professione.

«Attualmente, l’indicatore più affidabile è la percentuale di grasso corporeo (BF%). A differenza del BMI, questo parametro permette di quantificare specificamente il grasso viscerale, direttamente correlato all’insorgenza di alterazioni metaboliche, al rischio cardiovascolare e, di conseguenza, a un aumento della mortalità nei soggetti con obesità, anche in relazione a patologie come il diabete».

Il professore spiega poi perché l’indice di massa corporea, pur essendo ancora molto diffuso, rappresenti un modello ormai superato per una valutazione accurata del rischio.
«L’indice di massa corporea è un indicatore della massa globale, calcolato come rapporto tra peso e quadrato dell’altezza, ma non distingue tra le diverse componenti del corpo. Per questa ragione, la comunità scientifica lo sta progressivamente abbandonando in favore della percentuale di grasso. Quest’ultima viene determinata con metodologie più sofisticate – come l’analisi dell’impedenza bioelettrica (BIA) – che consentono un’analisi dettagliata della composizione corporea, differenziando massa grassa, massa muscolare, acqua e altri valori fondamentali».

Esiste tuttavia un altro parametro, semplice ma molto efficace, che può essere utilizzato anche nella pratica clinica quotidiana per una prima valutazione.
«Un indicatore alternativo, estremamente sensibile e di grande utilità, soprattutto per la medicina generale, è il rapporto tra la circonferenza della vita e l’altezza. Si tratta di un parametro di facile misurazione, strettamente correlato alla percentuale di grasso corporeo, che non richiede le strumentazioni specialistiche necessarie per l’analisi completa della composizione corporea».