La sanità integrativa è un sostegno ormai essenziale al Servizio Sanitario Nazionale, ma occorrono riforme significative e una nuova visione complessiva che delinei un sistema sanitario moderno, efficace e capace di tutelare la salute come un bene universale. Se ne è discusso lo scorso 11 maggio nell’appuntamento di approfondimento organizzato da Montallegro in TSV 70, con la partecipazione di Alessandro Figini, Medical Network Director AON Italia; Guido Filippi, componente Cda Casagit Salute e Saverio Francesco Zavaglia, UnipolSai – Gruppo Overform. L’incontro è stato introdotto e moderato da Francesco Berti Riboli, ad di Montallegro che ne ha curato anche le conclusioni

Alessandro Figini: «Il SSN è in difficoltà, noi possiamo sostenerlo»

Alessandro Figini, Medical Network Director AON Italia, ha presentato da alcuni dati. «La spesa Out of Pocket (= a carico dei cittadini) ammonta oggi a 40 milioni di euro annui, con un aumento del 20% negli ultimi 10 anni. Si stima che la spesa annuale media per nucleo familiare sia di 1200 euro. Questo avviene in un contesto in cui il SSN è in difficoltà, con tempi di attesa più lunghi e costi di ticket in aumento. Ad esempio, nel 2013 per una colonscopia occorrevano 69 giorni di attesa, nel 2014 sono saliti a 99 e oggi la situazione si è ulteriormente aggravata».

Cosa fare? «Il sistema assicurativo e dei fondi sanitari copre solo parzialmente (circa il 12%) la domanda relativa ai costi della sanità privata. La sanità integrativa deve essere sempre di più un supporto al Sistema Sanitario Nazionale. AON Italia si propone sul mercato con un’offerta completa e fornisce piani sanitari a oltre 1 milione e 700 mila persone. ONENET è la rete di strutture sanitarie indipendente più estesa d’Italia, presente capillarmente su tutto il territorio nazionale con oltre 12.000 strutture, attiva per ogni tipo di prestazione sanitaria, dal ricovero alle visite specialistiche, dalla fisioterapia alle cure odontoiatriche».

Saverio Francesco Zavaglia: «Servono formazione e riforme legislative importanti»

«Abbiamo di fronte una grande questione culturale. I cittadini devono considerare la polizza assicurativa sanitaria come un atto di prevenzione necessario, e l’assicuratore come una figura affidabile e di riferimento. Invece, le priorità sono altre, e il cliente arriva in filiale solo dopo esperienze negative», ha esordito così Saverio Francesco Zavaglia di UnipolSai – Gruppo Overform, che con la divisione Unisalute si propone come il principale player italiano nella gestione delle coperture assicurative per le aziende e i privati.

«L’obiettivo delle compagnie assicurative che operano nel campo dell’assicurazione sanitaria è di supportare sia l’utenza, sia il sistema sanitario nazionale, oggi in affanno. Questa situazione comporta un aumento di spesa da parte delle famiglie, in uno scenario già poco florido. Occorrono importanti riforme legislative, che portino le coperture sanitarie a una tariffazione basata su un sistema completamente diverso rispetto a quello attuale. Ad esempio, si potrebbero agganciare le tariffe all’ISEE, perché la sanità deve essere un bene per tutti».

Guido Filippi: «Ecco come si è trasformata Casagit Salute»

Casagit Salute, nata nel 1974 come cassa di assistenza sanitaria dei giornalisti italiani, nel 2019 si è evoluta in una società di mutuo soccorso che offre piani di assistenza sanitaria integrativa aperti a tutti. Il perché di questa trasformazione lo spiega Guido Filippi, giornalista e componente del Consiglio di Amministrazione di Casagit Salute. «Negli anni la richiesta di prestazioni è aumentata vertiginosamente.

Siamo nati come cassa integrativa, ma di fatto oggi siamo sempre più sostitutivi, soprattutto nelle regioni dove il SSN è particolarmente in difficoltà nel fornire le prestazioni necessarie. I soli giornalisti a tempo pieno, che per obbligo sono iscritti a Casagit Salute, non potevano più garantire il futuro della cassa. Abbiamo quindi deciso di aprirci a tutti, abbiamo già stipulato contratti con alcuni enti e società, e abbiamo l’obiettivo di crescere di 10mila nuovi soci nei prossimi due anni».

Francesco Berti Riboli: «Regia nazionale e pubblica, nuova organizzazione dei servizi»

«Il Servizio Sanitario Nazionale, con il principio dell’universalità dell’assistenza sanitaria che lo contraddistingue, è uno dei beni più preziosi che abbiamo. Va salvaguardato e sostenuto con una riforma complessiva del sistema, nella quale la sanità integrativa deve ricoprire un ruolo che di fatto già assolve, ovvero essere un essenziale sostegno e non un’alternativa o una sostituzione», ha spiegato Francesco Berti Riboli, ad di Montallegro. L’emergenza pandemica ha accelerato alcuni processi già in atto e acuito le criticità. «A mio modo di vedere, il SSN dovrebbe concentrarsi su due aspetti che il privato difficilmente potrà affrontare: l’emergenza, seria, continuativa, diffusa in tutto il territorio nazionale e l’alta complessità oncologica (medica). Tutta una serie di visite specialistiche e interventi di media e bassa complessità possono invece essere affidati ad altri soggetti, come di fatto già accade, perché le visite specialistiche erogate in ambito privato sono ormai oltre il 50% (ma a pagamento).

È essenziale che la regia rimanga pubblica, possibilmente gestita a livello nazionale e non regionale, per garantire un’uniformità su tutto il territorio italiano. Credo anche che la riforma debba passare attraverso la valorizzazione di quelle figure professionali, come i medici emergentisti e intensivisti, impegnate ogni giorno negli ospedali e di fatto escluse dalla libera professione. Per salvare la nostra salute nell’ambito del SSN è importante capire che queste professionalità vanno meglio considerate e remunerate. Infine, è necessario ampliare il numeratore. Oggi 14 milioni di assicurati in Italia non sono sufficienti. Lo Stato deve incentivare, per esempio con il taglio del cuneo fiscale, i datori di lavoro a stipulare nuove forme di coperture spese sanitarie per i propri dipendenti oppure rivedere la politica fiscale dei singoli sulla sottoscrizione di coperture assicurative per spese sanitarie».

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Redazione