Uno degli argomenti più interessanti e oggetto di frequenti domande nell’ambito delle “running communities” è la scelta della miglior scarpa da running in funzione delle proprie caratteristiche. La risposta non è semplice e soprattutto è difficilmente generalizzabile, proprio perché ciascuno ha una storia diversa, a partire dalla conformazione del piede, dalle caratteristiche fisiche individuali, dalla storia clinica, dalla tipologia e livello sportivo, dall’esperienza e dagli obiettivi individuali. Esistono inoltre oggi sul mercato innumerevoli modelli, dalla scarpa minimalista a quella super ammortizzata, dalla scarpa antipronazione all’ultimo ritrovato tecnologico in termini di struttura, materiali, peso, forma, colore e tipologia.
Non entro nello specifico dei singoli modelli: ci sono negozi specializzati nella vendita di calzature da running che potranno indirizzarvi a uno piuttosto che all’altro modello, ecco alcuni consigli per aiutarvi a scegliere più correttamente la tipologia di scarpa più indicata. Esistono inoltre delle “linee guida” per indirizzare la scelta della tipologia di scarpa sulla base delle condizioni cliniche e del livello sportivo, come quelle proposte da una delle più autorevoli organizzazioni internazionale di cliniche che si occupano delle patologie della corsa, la canadese The Running ClinicTM.
Sulla base della storia clinica (assenza di infortunio, infortunio recente o cronico) del livello sportivo (principiante, amatoriale abituale, competitivo) e del desiderio di migliorare o non migliorare il proprio livello di prestazione sportiva, vengono suggerite le più idonee tipologie di calzature. Vengono indicati anche i tempi medi (in termini di mesi) consigliati per la transizione al diverso tipo di calzatura per favorire il graduale adattamento dei tessuti riducendo il rischio di infortunio.

Le indicazioni di The Running ClinicTM

In termini pratici possiamo così riassumere le indicazioni di The Running ClinicTM riguardo alla scelta della calzatura:
persona non infortunata che corre abitualmente in calzature ammortizzate e non desidera migliorare le proprie prestazioni: mantiene quella tipologia di calzatura
persona non infortunata che corre abitualmente in calzature ammortizzate e che desidera migliorare le prestazioni: consigliata calzatura più leggera e meno strutturata, tipo race o minimalista (il peso della calzatura è direttamente collegato alla prestazione. La transizione verso calzature meno ammortizzate può richiedere tuttavia diversi mesi)
persona infortunata da meno di 6 settimane a livello di tendine di Achille, piede o polpaccio: mantiene la calzatura protettiva o ammortizzata fino a completa risoluzione clinica
persona infortunata cronicamente (da mesi, o almeno più di 6 settimane) a livello di tendine di Achille, piede o polpaccio: valutare calzatura meno ammortizzata o minimalista (la transizione può richiedere 6-9 mesi)
persona infortunata a livello anteriore di gamba o dal ginocchio in su (infortunio inferiore a 6 settimane, ma anche cronico): consigliata calzatura meno ammortizzata o minimalista (la transizione può richiedere 2-3 mesi)
persona con metatarsalgie (sindromi dolorose alla pianta del piede) persistenti, artrosi, neurinomi: consigliata calzatura ammortizzata o protettiva.
Queste linee guida sono un valido strumento per indirizzare lo sportivo verso la tipologia di calzatura sulla base di un ragionamento prevalentemente di tipo clinico. Da questo punto di vista è bene ricordare che in caso di dubbio e prima di modificare tramite la calzatura la propria tipologia della corsa, chi ha subito un infortunio si rivolga a consulenza medica qualificata per la migliore gestione del proprio infortunio.

Chi ha il piede piatto, neutro o cavo

Un argomento che suscita particolare interesse riguarda poi l’indicazione al tipo di calzatura rispetto all’appoggio plantare, noto a tutti con le diciture di piede piatto, neutro o cavo. Non esistono evidenze sicure per le quali un soggetto con il piede piatto-pronato debba utilizzare necessariamente delle scarpe antipronazione, che sono sicuramente invece da sconsigliare in soggetti con il piede di tipo cavo-supinato.
In realtà più che la valutazione statica del piede (ovvero il tipo di appoggio da fermo), avrebbe senso valutare la fase dinamica dell’appoggio durante la corsa, considerando la tipologia di appoggio del corridore (al tallone, sul mediopiede o sull’avampiede), il grado di pronazione e supinazione del piede durante l’appoggio (un piede cavo apparentemente con prevalente appoggio sull’esterno in statica, potrebbe in realtà in alcuni casi rivelarsi durante la fase dinamica un piede pronato, ovvero cedevole all’interno!), la capacità di stabilizzare correttamente il piede in appoggio, la distribuzione delle forze al terreno e altre caratteristiche cliniche e biomeccaniche evidenziabili a un’analisi posturale e biomeccanica della corsa, eseguibile in centri medici specializzati.

Qualche consiglio

Per quanto riguarda ulteriori e più generali consigli per l’acquisto della calzatura da running riporto alcuni suggerimenti, che potrebbero sembrare banali anche se non scontati.
1) Come primo criterio di scelta utilizzate il comfort della calzatura che deve risultare in primo luogo comoda al piede. La scelta non deve dipendere dall’estetica o dalla tecnologia del modello. Non ha senso acquistare un modello perché l’ha recensito una rivista o perché ce l’ha consigliato un amico se poi non calza bene sul nostro piede e non lo sentiamo comodo!
2) Consigliato è anche osservare la forma del proprio piede in relazione alla forma della scarpa o meglio ancora della soletta all’interno di essa: è bene per esempio che un piede con avampiede largo e ampio non sia stretto in una calzatura a struttura affusolata o eccessivamente rigida sull’avampiede.
3) È preferibile provare le calzature nel tardo pomeriggio (i piedi tendono a essere un po’ più grossi rispetto al mattino) e sempre con entrambi i piedi (non abbiamo i piedi necessariamente uguali!). Provate le scarpe facendo qualche passo di cammino e di corsa, eventulamente sul tapis se a disposizione dal rivenditore.
4) In generale per chi pratica corsa di resistenza è meglio scegliere una calzatura un mezzo numero o un numero intero in più rispetto al numero di scarpa di uso quotidiano anche perché il piede tende a dilatarsi con l’attività podistica specialmente se prolungata.
5) La tipologia di scarpa prescelta potrà variare a seconda dei chilometri percorsi, del tipo di allenamento (veloce, di fondo), delle caratteristiche del terreno normalmente utilizzato (pista, strada, sterrato).

Foto di Composita/pixabay.com

Scritto da:

Lorenzo Boldrini

Medico specializzato in Medicina dello Sport, “superspecialista” certificato da The Running Clinic TM per la cura e la prevenzione delle patologie del corridore. Collabora con Villa Montallegro di Genova per la Medicina dello Sport e la Riabilitazione sportiva ortopedica.