Con l’arrivo dei primi freddi e l’avvicinarsi dell’inverno, la Liguria ha messo in campo una strategia di prevenzione antinfluenzale senza precedenti per tempestività e capillarità. La decisione di estendere la gratuità del vaccino a tutta la popolazione segna un cambio di passo fondamentale nella gestione della salute pubblica. Per approfondire i dettagli di questa campagna e comprendere le previsioni per i prossimi mesi, abbiamo intervistato il professor Matteo Bassetti, direttore della Clinica malattie infettive dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova e coordinatore della task force regionale.

– Qual è la strategia alla base della nuova campagna vaccinale?
«La campagna vaccinale nasce da una grande intuizione avuta dall’assessore regionale alla Sanità Massimo Nicolò insieme al sottoscritto: quella di rendere la vaccinazione gratuita a tutte le fasce di età. Anche se nella realtà i cittadini potenzialmente non coperti dalla gratuità non erano tantissimi, il messaggio è arrivato potente: il vaccino è gratuito e disponibile ovunque.
Ci si può vaccinare dal medico di medicina generale, nelle farmacie, nelle Asl e – come accaduto per il Covid – ci saranno anche open day dedicati. Questo ha avvicinato ulteriormente la prevenzione alla popolazione».

– Qual è stata la risposta dei cittadini in queste prime settimane?
«Nelle prime tre settimane abbiamo registrato un aumento del 50% tra prenotazioni ed effettuazioni. Credo che il successo sia legato a messaggi molto semplici, senza troppi arzigogoli: la vaccinazione serve per proteggere te, gli altri e, fondamentalmente, gli ospedali. Se alla fine della campagna ci saremo mossi anche solo di un punto percentuale rispetto all’anno scorso, sarà comunque un successo, perché significa aver raggiunto persone in più».

– Oltre alla campagna di vaccinazione, come si è organizzata la sanità regionale per gestire il picco influenzale?
«La Regione Liguria si è mossa con largo anticipo, istituendo una task force già nella prima settimana di settembre in risposta all’allarme arrivato dall’Australia, dove l’inverno è già passato. La politica ha ascoltato i tecnici e ha agito immediatamente mettendo in campo investimenti importanti. Abbiamo previsto posti letto aggiuntivi per l’influenza nel periodo clou, che sarà tra il 1° dicembre e il 31 gennaio, percorsi fast track in pronto soccorso e un triage dedicato, oltre a un maggiore coinvolgimento delle Rsa».

– Possiamo dire che la spesa per la campagna vaccinale si traduce, a posteriori, in un risparmio per il sistema sanitario?
«Esattamente. La sanità privata ha insegnato alla sanità pubblica che gli indicatori sono fondamentali. Abbiamo messo a punto un sistema di monitoraggio per analizzare, a fine stagione, quante persone saranno state ospedalizzate, quante di queste erano vaccinate e l’incidenza delle forme gravi. Mi auguro che gli indicatori confermino che questa vaccinazione avrà ridotto gli accessi in ospedale rispetto all’anno scorso, anche nel caso di una stagione aggressiva. È un investimento che la politica sarà ben contenta di aver fatto se i risultati saranno positivi».

– Quali sono le tempistiche ideali per vaccinarsi? C’è una data limite?
«Il momento migliore è entro la fine di novembre. Il mio consiglio è di farlo assolutamente prima delle festività natalizie. Il vaccino impiega circa due settimane per funzionare appieno, quindi è bene non aspettare troppo, anche perché si presume che il picco possa verificarsi nelle prime due settimane di gennaio. Anche se le temperature attuali sono ancora miti, l’arrivo del freddo farà da volano alla diffusione del virus».

– Il vaccino è raccomandato a tutti?
«Sì, a tutti. Ci sono categorie per cui è imprescindibile: persone con più di 65 anni, cardiopatici, pazienti con malattie respiratorie, oncologici o immunodepressi. In questi casi non si può non farlo. Ma la vera sfida è la popolazione generale, dove oggi si vaccina meno di un ligure su cinque.
L’obiettivo minimo dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per le fasce a rischio è il 75%. Se quest’anno arrivassimo anche solo al 60%, tornando ai livelli raggiunti durante il periodo del Covid, sarebbe un risultato significativo».

L’impegno di Montallegro

In linea con lo sforzo regionale per la prevenzione, anche Montallegro gioca un ruolo attivo nella protezione della comunità.
La struttura aderisce alla campagna di vaccinazione grazie a un accordo consolidato con l’Azienda sanitaria locale (Asl 3 Genovese).
«In seguito a questo accordo, aderiamo alla campagna offrendo la vaccinazione gratuita non solo ai nostri dipendenti e al personale delle strutture sanitarie, ma anche ai pazienti che frequentano l’ambulatorio, il day surgery o il reparto di diagnostica. È un’iniziativa ormai collaudata, che proponiamo da diversi anni», spiega Carlotta Meirana, farmacista, responsabile procurement e componente del Quality Team di Montallegro.

Un tassello in più che conferma l’importanza di una sinergia tra sanità pubblica e privata per garantire una copertura vaccinale capillare e sicura sul territorio.