In un tempo in cui si parla costantemente di intelligenza artificiale, è fondamentale discutere di quella umana e di cosa la differenzi da quella algoritmica. Apre – con il tema cruciale delle Neuroscienze – il nuovo ciclo di incontri “Dialoghi di scienza“, organizzato dall’Associazione Amici del Festival della Scienza e dalla Commissione Cultura dell’Ordine dei Medici di Genova, in collaborazione con il Consiglio Scientifico del Festival della Scienza e con il supporto di Villa Montallegro.

Il primo appuntamento é fissato per giovedì 20 novembre (ore 18.30 – ingresso gratuito con prenotazione consigliata) al 23° piano di Torre San Vincenzo, con l’incontro dal titolo “Le basi neurofisiologiche dell’intelligenza“. Il relatore sarà Fabio Benfenati, professore dell’Università di Genova e direttore del Dipartimento di Neuroscienze all’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT). Neurologo di formazione, Benfenati si dedica da anni alla ricerca preclinica sui meccanismi della trasmissione dell’informazione nel sistema nervoso, con un focus sulla fisiopatologia di malattie come epilessia, autismo e patologie neurodegenerative.

«Da quando ho fondato il Dipartimento di Neuroscienze di IIT nel 2006, l’obiettivo principale è stato quello di arricchire le ricerche con un approccio multidisciplinare applicando tecniche avanzate allo studio del sistema nervoso e cercando di proiettare i risultati delle ricerche verso la loro applicazione nella patologia umana. Questo è stato possibile attraverso la collaborazione con fisici, chimici, ingegneri e psicologi che ha permesso un approccio interdisciplinare ai problemi sperimentali, cercando di trovare un linguaggio e una metodologia comuni derivati da background culturali molto diversi» spiega Benfenati.

«Nella nostra ricerca cerchiamo di accoppiare la conoscenza dei meccanismi fisiologici, la loro alterazione che si ha in stato di malattia, con possibili nuove strategie terapeutiche a livello sperimentale. Così abbiamo prodotto strategie innovative per la cura di forme di epilessia e di degenerazione dei fotorecettori retinici che hanno dato ottimi risultati in modelli sperimentali e potrebbero essere potenzialmente traslate alla patologia umana nel futuro» conclude Benfenati

Leggi l’intervista integrale a Benfenati sul sito Amici della Scienza.