Venerdì 9 e sabato 10 giugno 2023 negli spazi di TSV 70 (23esimo e 24esimo piano Torre San Vincenzo) si terrà il convegno dedicato alla “Chirurgia ricostruttiva e rigenerativa delle “lesioni difficili” dei genitali femminili e maschili. Approccio multidisciplinare e riabilitazione del pavimento pelvico”. Una patologia diffusa che, da oltre 10 anni, ha visto nuove efficaci cure, anche grazie alla chirurgia rigenerativa. Ne parliamo con Francesco Casabona, specialista in chirurgia plastica e ricostruttiva e promotore del convegno.

– Cosa si intende per lesioni difficili della regione genitale?
«Le lesioni difficili della regione genitale possono essere determinate da molteplici patologie: rappresentano una problematica diffusa e sottostimata perché, riguardando parti intime, può venir a lungo tenuta nascosta dai pazienti per disagio o imbarazzo. Interessano prevalentemente la popolazione femminile, ma non sono rari i casi maschili. Diverse sono le cause: i lichen genitali sono certamente la principale sia nella popolazione femminile – si calcola che colpisca circa 1,7% della popolazione femminile che si rivolge al ginecologo con regolarità negli Usa – sia in quella maschile. Altre origini sono rappresentate dagli esiti cicatriziali post parto o per flogosi (=infiammazioni) ricorrenti, così come le cistiti recidivanti. In ultimo, alcune malformazioni congenite, per esempio in pazienti che hanno subito interventi in età neonatale (o comunque pediatrica).  In ogni caso i sintomi possono essere molto fastidiosi: dal prurito, al bruciore, al dolore, fino al cambiamento radicale dell’anatomia genitale; vanno a compromettere la qualità della vita, rendendo spesso impossibili anche i rapporti sessuali».

– Come si può intervenire? Ci sono novità nelle cure?
«Negli ultimi 15 anni siamo sempre più spesso riusciti ad avvalerci delle tecniche di medicina e chirurgia rigenerativa, ovvero la possibilità di riparare i tessuti grazie all’infiltrazione di fattori biologici prelevati dal proprio corpo. Da un lato possono essere fattori di crescita, contenuti nelle piastrine del sangue del paziente stesso. Dall’altro le cellule di derivazione adiposa con capacità riparative (lipofilling), le cosiddette cellule mesenchimali di origine adiposa. L’obiettivo è stimolare la riparazione dei tessuti, ottenendo quindi una guarigione delle ferite e la riduzione dei sintomi».

– In cosa consiste l’intervento?
«L’intervento – di breve durata, non oltre i 20 minuti, si esegue in regime di day surgery o a livello ambulatoriale e richiede un’anestesia locale assistita in sedazione. Poco prima dell’intervento viene prelevato un piccolo quantitativo di sangue (10-12 cc) del paziente stesso, che viene centrifugato per ottenere il plasma ricco di piastrine (PRP), per poi essere infiltrato nella zona interessata. In sala operatoria si può anche eseguire un piccolo prelievo di tessuto adiposo che, con procedure definite di “minimal manipulation”, viene decantato e lavato e successivamente iniettato in minimi quantitativi nei tessuti danneggiati. La dimissione avviene entro un paio d’ore, dopo un accurato monitoraggio delle condizioni del paziente».

– Come proseguono le cure?
«La chirurgia rigenerativa non è mai “one step”, ma prevede più interventi fino a ottenere la guarigione della lesione. A 40 giorni dal primo intervento, si valutano i primi miglioramenti e si programma un secondo ed eventualmente un terzo intervento. L’intervallo temporale tra una procedura e quella successiva è di circa tre mesi».

– Quali sono i risultati?
«Nelle scorse settimane è stata accettata una nostra pubblicazione sulla “Quality of life after platelet-rich plasma and fat grafting in lichen sclerosus” che raccoglie lo studio su 72 pazienti sottoposti a terapia con lipofilling e PRP. I risultati dimostrano un netto miglioramento della qualità della vita, grazie alla riduzione dei sintomi, con conseguente miglioramento della funzionalità sessuale dei pazienti».

– Queste tematiche saranno al centro del convegno di giugno.
«Sarà un momento importante, nel quale daremo molta importanza all’aspetto multidisciplinare con il quale queste patologie vanno approcciate. Interverranno dunque un insieme di specialisti, che vanno dal chirurgo plastico al dermatologo, all’urologo, al ginecologo, al fisioterapista del pavimento pelvico, fino allo psicologo. In particolare, la giornata del sabato sarà dedicata alla medicina trasfusionale – in quanto la chirurgia rigenerativa si basa appunto su emoderivati come il plasma ricco di piastrine – e al ruolo delle società scientifiche che definiscono le linee guida per muoversi nell’ambito di questa chirurgia».

– Il convegno è un evento che rafforza la collaborazione con Montallegro.
«Ringrazio la struttura per avermi messo a disposizione uno spazio prestigioso come TSV 70 e per il supporto. Con Montallegro si sta avviando un importante percorso sull’inquadramento e il trattamento di queste patologie. Ci sono tutte le prerogative per far diventare la struttura un centro di eccellenza nazionale e internazionale in questo ambito. Le premesse ci sono, come dimostrano i pazienti che arrivano da diverse parti del mondo: Stati Uniti, Europa, Cina, Giappone, Svizzera e altre nazioni. Associando alla qualità delle eccellenze mediche la bellezza e il clima mite di Genova e della Liguria, si ottiene la combinazione perfetta per offrire un turismo sanitario di altissimo livello. È un trend sul quale credo molto e che va assolutamente sviluppato».

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Redazione