Dal 29 marzo il padiglione Jean Nouvel della Fiera di Genova è stato trasformato, grazie a un’inedita collaborazione tra sanità pubblica e sanità privata liguri, nel più importante hub vaccinale della regione. Con risultati davvero sorprendenti.

La prima collaborazione nella primavera 2020

Dettato dall’emergenza un primo passo sulla strada di questa collaborazione si era già verificato nella primavera del 2020. Di fronte alla crisi degli ospedali pubblici dove era necessario liberare posti letto per gli ammalati di coronavirus, si era presentata la necessità di proseguire l’attività chirurgica soprattutto per casi non differibili. E le strutture sanitarie private liguri si erano messe a disposizione del sistema sanitario regionale.

Grazie a un accordo tra Regione e aziende sanitarie private, si era così creata la situazione per cui i chirurghi della sanità pubblica hanno operato in ambienti, con attrezzature e il supporto del personale medico e infermieristico di una struttura privata autorizzata dal Sistema sanitario nazionale, ma non accreditata. In Montallegro, per esempio, dal 14 aprile al 12 giugno erano stati ricoverati complessivamente 179 pazienti provenienti dal Servizio sanitario nazionale (in lista di attesa presso l’ospedale Galliera o l’ASL3 – Villa Scassi) e sottoposti a intervento chirurgico nel modernissimo blocco operatorio della casa di cura di Albaro. Montallegro aveva fornito medici anestesisti e di reparto e personale infermieristico di degenza, reparti operatorio e terapia intensiva. La disponibilità della forza anestesiologica e infermieristica di Montallegro ha consentito di allestire sedute chirurgiche dedicate sia ai tradizionali pazienti privati, sia, appunto, ai pazienti SSN liberi da Covid-19 provenienti da strutture pubbliche cittadine per attività chirurgica anche di alta complessità.

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Spiega Francesco Berti Riboli, presidente della sezione Sanità di Confindustria Genova e a.d. di Villa Montallegro: «Visto che si era mantenuta libera dal Covid, Montallegro era in grado di rendersi utile al sistema. Nel momento in cui molte persone rinunciavano a recarsi nei pronto soccorsi anche se ne avevano necessità e finivano per privarsi delle cure in ospedale per paura di trovare luoghi contaminati e non sicuri, noi, grazie alle procedure adottate da subito, abbiamo potuto offrire una struttura pulita e operativa».

Il decollo delle vaccinazioni

Dal 29 marzo scorso al 15 maggio, nel padiglione Jean Nouvel della Fiera, le strutture private, che si sono mosse sostanzialmente con il coordinamento sanitario di Montallegro in accordo con ASL3, hanno somministrato 38245 dosi di vaccino anti-Covid 19. Un dato che, unito alle dosi parallelamente sommistrate nell’altra linea operativa dai sanitari dell’ASL3, ha aiutato la regione a balzare nei primissimi posti nell’utilizzo dei vaccini consegnati dalla struttura commissariale nazionale. Soprattutto questi dati mostrano anche un’altra realtà: l’efficienza della collaborazione che coinvolge la Regione e la sanità privata a vantaggio dei cittadini.

L’hub sorto nel quartiere fieristico genovese realizzato dalla ASL3, con il coordinamento dell’Azienda ligure sanitaria ligure ha potuto funzionare grazie al supporto operativo di Confindustria Sanità, Confcommercio Sanità, Confartigianato Salute e Lega delle cooperative.

Nel padiglione sono stati allestiti 44 box vaccinali e sono presenti circa 500 sedie, posizionate per garantire il rispetto delle regole sul distanziamento e consentire sia l’attesa, sia la necessaria osservazione di un quarto d’ora dopo la vaccinazione. Sono presenti anche operatori della Protezione civile di Regione Liguria, di Ordine di Malta e Ausiliari dei Carabinieri per l’assistenza ai cittadini e per il governo dei flussi delle persone.

L’iniziativa è diventata una notizia a livello nazionale, sia per la sua dimensione, sia per la sua natura (sinergia pubblico-privato per un fine nobile e urgente cone incrementera al massimo le vaccinazioni anti Covid-19), sia per la sua efficienza andata a regime già nel giorno d’inizio di questa attività.

Davvero interessante e ricca di entusiasmo la partecipazione di medici, dipendenti o frequentatori della sanità privata, e delle IP che – dietro la finestrella utilizzata per passare la dose di vaccino pronta per essere inoculata – si occupano di molteplici procedure di gestione dei vaccini, una su tutte la diluizione, operazione che richiede grande attenzione. Nell’hub hanno operato (e stanno operando) a turno circa 100 medici e 30 infermieri con la presenza per tutto l’orario di apertura di un anestesista-rianimatore.

La collaborazione pubblico-privato

Fine della scarsa collaborazione in Liguria denunciata in passato tra sanità privata e sanità pubblica? Commenta Berti Riboli: «Villa Montallegro è una struttura privata, autorizzata dal Sistema sanitario nazionale ma non accreditata: in pratica è il cittadino, ormai quasi sempre tramite assicurazioni e fondi a cui ha aderito, a pagarsi le cure. Non si tratta cioè di una sanità “per ricchi”: sempre più persone, circa 11 milioni in Italia, usufruiscono di coperture garantite da fondi e assicurazioni. Il fatto che sia il cittadino a sceglierci, ovviamente ci spinge a ricercare sempre un livello qualitativo alto. Ma non siamo certamente antagonisti rispetto alla sanità pubblica, anzi se la sanità pubblica viene rafforzata ed è ben organizzata, noi ne traiamo beneficio, all’interno di un sistema complessivo (pubblico e privato) che funziona».

La collaborazione tra sanità pubblica e sanità privata è, in sostanza, la chiave del buon funzionamento di un sistema che, garantendo l’universalità dell’assistenza, tutela anche la possibilità per chi lo ritiene (e, in particolare per chi aderisce a Fondi e Assicurazioni) di ottenere servizi di diversa qualità.

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