Ferdinando Priano e Fabrizio Grilli, specialisti in Ortopedia e Traumatologia, si confrontano per la rubrica “Generazioni in sala” sui temi più significativi della propria professione, ma anche sul proprio vissuto privato e sulle motivazioni che li hanno spinti a diventare chirurghi, scegliendo in particolare questa specifica disciplina.

– Quale professione voleva fare da bambino?

Ferdinando Priano «“Cosa farò da grande” è uno dei sogni di qualunque bambino. E a volte qualcuno di questi sogni si avvera. In effetti, oltre al prete e all’aviere, il mio sogno da bambino era quello di fare “il falegname delle ossa”. Perché tra gli amici di mio padre c’era un commercialista poliomielitico che camminava con il bastone, con difficoltà e doveva sempre “ricoverarsi per farsi allungare la gamba…”, intervento che non fece mai; ma ho un suo ricordo nitido al volante di una bellissima Giulietta cabrio rossa che è rimasta la mia auto preferita».

Fabrizio Grilli «Da bambino volevo fare l’odontotecnico».

– Quando si è iscritto a Medicina aveva già un progetto professionale?
Ferdinando Priano «L’ingresso alla facoltà di Medicina ha rafforzato una mia tendenza innata al praticismo professionale. Mi spiego. Non amavo il metodo mentale, inteso come “modus pensandi”, dei medici di medicina generalistica, allora molto inseriti nel mondo sanitario e definiti come internisti, votati a risultati non immediati o comunque non evidenti ai miei occhi che forse erano, oltre che giovani e un po’ superficiali, anche tendenti all’idea di un rapido risultato».

Fabrizio Grilli «Mi sono iscritto a Medicina perché non avevo superato il test di ammissione al Corso di laurea in Odontoiatria, ma avevo superato il test di ammissione a quello di Medicina e chirurgia. Quindi non avevo in realtà uno specifico progetto professionale all’inizio».

– Come ha scelto la sua specializzazione e perché? C’è stato un suo maestro, oppure un episodio, che ha influito su questa scelta?

Ferdinando Priano «In facoltà incontrai alcuni studenti, molto estroversi, che si dedicavano tutti a specialità chirurgiche. Con loro ho vissuto un periodo di grande libertà e di sogni di gloria veramente unico nella mia vita. Con queste idee in testa mi sono avviato all’Ortopedia, specialità difficile, allora ambiente duro e verticistico, ma che si avvicinava moltissimo al mio ideale di lavoro».

Fabrizio Grilli «La scelta di fare l’ortopedico è nata frequentando il reparto di Reumatologia durante il 5° anno del Corso di laurea in Medicina. Durante le visite presso l’ambulatorio di Reumatologia numerosi erano i pazienti portatori di protesi di anca e di ginocchio e da lì è nato il mio interesse per l’Ortopedia, soprattutto per la chirurgia protesica».

– Cosa pensa di aver insegnato in questi anni di professione?

Ferdinando Priano «Il periodo più florido della mia vita professionale è stato successivo; dalla mia “escursione” in importanti centri ortopedici stranieri, dove ho acquisito molti concetti chirurgici innovativi e quindi al mio ritorno in Italia ho potuto mostrare e insegnare a tanti giovani le mie conoscenze e manualità chirurgiche. E devo dire che questo trend è proseguito anche quando mi sono allontanato dall’Università. Ho avuto in quei tempi la fortuna di lavorare con un grande chirurgo che mi ha assecondato lasciandomi spazi operativi e di insegnamento».

– Cosa trova di positivo nel confrontarsi con colleghi, in particolare se più giovani?

Ferdinando Priano «In ogni campo la socialità ha dei vantaggi; in campo professionale questa socialità vuol dire trovare, specialmente con i giovani, quel filo conduttore di interessi che si possono scoprire solo restando gomito a gomito in ogni attimo lavorativo, sia di difficoltà sia di routine».

– Quali sono le persone che Le hanno dato di più in termini di esperienza trasmessa?

Fabrizio Grilli «Inizialmente il prof. Pipino che all’epoca era Direttore della Clinica di Ortopedia e traumatologia dell’Università di Genova. Però io devo ringraziare soprattutto il prof. Priano, un vero maestro, perché riesce a vedere al di là dei banchi di scuola. È grazie a lui che ho avuto una crescita professionale e non solo».

– Cosa è riuscito a “carpire “da persone di maggior esperienza?

Fabrizio Grilli «Come porsi nei confronti del paziente, come affrontare un intervento chirurgo».

– Ha un hobby o appartiene alla categoria di professionisti che come hobby hanno il lavoro?

Ferdinando Priano «La mia vita è stata ed è caratterizzata dal lavoro, dalla famiglia prima di tutto e poi da una giostra di attività, che io definisco di stretching mentale, nelle quali sono intrappolato. Ho la passione per le Alfa Romeo cabriolet rosse, per i quadri moderni e contemporanei, per i film di Tognazzi e per altro».

Fabrizio Grilli «No, non appartengo alla categoria di colleghi che come hobby hanno sono il lavoro. Ho la fortuna di potermi ritagliare del tempo libero per stare con la mia famiglia e con gli amici».

– A che cosa ha rinunciato per la professione o per un intervento urgente (un viaggio, un incontro, una festa, una vacanza)?

Ferdinando Priano «Il lavoro, nella vita, mi ha dato moltissimo e penso di non aver mai rinunciato consapevolmente a nulla per esso».

Fabrizio Grilli «Per la professione non ho mai rinunciato a nulla; per un intervento urgente, ma proprio perché si tratta di un’urgenza, mi è capitato di rinunciare a una festa o a una cena».

– Cosa pensa la sua famiglia del suo impegno?

Ferdinando Priano «Se parlo della mia famiglia vera, moglie e figli, solo gioie per fortuna. Se parlo della mia famiglia lavorativa, posso dire solo cose buone. Lavoro e ho lavorato con molti medici ortopedici che mi hanno scelto come senior partner e con i quali porto avanti un gruppo professionale eterogeneo ma di qualità».

Fabrizio Grilli «La mia famiglia rappresenta la mia forza e loro sono molto orgogliosi di me».

Scritto da:

Redazione