Carlotta Meirana

La Farmacia è uno dei reparti fondamentali, anche se praticamente “invisibili” ai pazienti, delle strutture ospedaliere. E il farmacista ospedaliero svolge il ruolo di coniugare il miglioramento dell’assistenza al paziente con la qualità della gestione del farmaco, occupandosi anche della razionalizzazione dei costi: una serie di compiti battezzata oggi Clinical Pharmacy, cioè una collaborazione continua del farmacista clinico con il medico tenendo conto di vari elementi che, partendo dalla cura e dal benessere della persona-paziente e dalla sua patologia, con l’uso sicuro ed efficace del farmaco appropriato alla terapia, si occupano anche del miglioramento del complesso processo di scelta, valutazione, acquisizione di farmaci e dispositivi medici.

Parliamo di questi temi con la dottoressa Carlotta Meirana, responsabile della Farmacia di Montallegro.

– Dottoressa, può sintetizzare la sua attività in questo anno?

«L’attività della Farmacia interna di Villa Montallegro nel 2020 si è articolata principalmente su quattro temi principali: la farmacoeconomia, la gestione del rischio clinico, le farmacoresistenze e una particolare attenzione alla gestione delle terapie antiblastiche».

– Possiamo definire il termine “ farmacoeconomia”?

«Viene così definito lo strumento indispensabile per il farmacista ospedaliero e consiste nello studio dei rapporti tra costi e risultati delle terapie farmacologiche. Il fine è di ottenere la massima efficacia terapeutica utilizzando il minor impiego possibile di risorse, confrontando terapie ugualmente efficaci ma alternative, applicando criteri di sostenibilità economica».

– E in che cosa è consistito, nel concreto, il suo lavoro?

«Sono stati revisionati tutti i rapporti di approvvigionamento con le 51 aziende farmaceutiche fornitrici di Montallegro, per assicurare le forniture adeguate in un periodo di gravi criticità e garantendo le migliori condizioni economiche nella gestione degli acquisti. Abbiamo compiuto un costante aggiornamento delle condizioni di fornitura farmaceutica in essere con archiviazione annuale e conseguente possibilità di confronto e valutazione per i prossimi anni».

– E per quanto riguarda il rischio clinico? Coincide con la farmacovigilanza?

«La farmacovigilanza consiste in una rilevazione continua per attuare la valutazione e la prevenzione degli effetti negativi o di qualunque altro problema legato all’uso dei farmaci».

– E come vi siete mossi?

«Abbiamo redatto linee guida per la manipolazione del farmaco all’interno dei reparti operatori e in terapia intensiva per assicurare la conservazione delle unità posologiche all’interno della confezione e l’utilizzo dell’unità solo dopo l’asportazione dalla stessa confezione, mai di unità sciolte. Contestualmente, è stata introdotta la tracciabilità del farmaco che riguarda la totalità delle terapie antiblastiche – grazie all’utilizzo del foglio di lavoro e del registro delle preparazioni oncologiche – e delle vaccinazione, previa compilazione dei moduli di consenso informato alla vaccinazione e rilascio del certificato vaccinale».

– Impariamo molte parole nuove… Vediamo che cosa è la farmacoresistenza…

«La farmacoresistenza, ma possiamo chiamarla anche resistenza ai farmaci, consiste nella riduzione dell’efficacia di un farmaco per trattare una malattia infettiva. Il trattamento prima tossico per gli organismi ora diventa tollerato: alla base di questo concetto stanno la quantità di farmaco somministrata e la durata del trattamento».

– Quale tipo di azione attuate in questo caso?

«La farmacoresistenza è stata valutata con l’analisi degli antibiogrammi positivi (l’antibiogramma è un esame per valutare se un microrganismo è sensibile a un determinato antibiotico) e lo studio delle antibiotico-resistenze (cioè quanto i microrganismi resistano all’antibiotico) in relazione al consumo interno di antibiotici. Il processo operativo si articola in due parti: la prima riguarda l’analisi delle antibiotico-resistenze diagnosticate tra i pazienti ricoverati, la seconda è inerente al consumo dei principali antibiotici all’interno della struttura. Più il rapporto tra il consumo annuale di un antibiotico e la sua resistenza risulterà elevato, più il coefficiente derivante costituirà un affidabile indicatore positivo di qualità. In Motallegro, a oggi l’andamento è positivo e mostra una corretta correlazione tra gli antibiotici di maggior consumo e quelli che sviluppano minori resistenze».

La foto di apertura è di Pexels da Pixabay.com.

Scritto da:

Mario Bottaro

Giornalista.