Si è tenuta sabato 24 maggio, presso gli spazi di Montallegro a Torre San Vincenzo, un’importante giornata di aggiornamento dedicata all’idrocolonterapia, promossa dalla Società Italiana Idrocolonterapia (SICT), rappresentata dalla presidente, dottoressa Rosanna Giuberti, e dal vicepresidente, dottor Gian Luigi Pesce. L’evento, intitolato «Idrocolonterapia: impariamo a conoscerla», ha riunito numerosi esperti per approfondire i vari aspetti di questa metodica, confrontando evidenze scientifiche ed esperienze cliniche.

«Questa giornata si inserisce in una serie di eventi di aggiornamento che hanno importante significato di condivisione. In particolare questo, dedicato all’idrocolonterapia, approfondisce un focus – quello sull’apparato digerente – particolarmente significativo per Montallegro» ha spiegato Francesco Berti Riboli, ad di Montallegro, nei saluti iniziali.

L’idrocolonterapia è una pratica che apporta molteplici benefici, tra cui il miglioramento della digestione, un incremento dell’energia, la modulazione del sistema immunitario, un impatto positivo sul benessere psicologico e un ruolo nella prevenzione di diverse patologie. Questa terapia si concentra sull’intestino, organo sempre più riconosciuto come il nostro “secondo cervello“. Grazie al suo sistema nervoso enterico, che conta circa 500 milioni di neuroni – un numero superiore a quelli presenti nel midollo spinale – l’intestino è capace di agire in modo semi-indipendente, controllando direttamente numerose funzioni digestive. Inoltre, la stretta connessione con il cervello attraverso il nervo vago permette una comunicazione bidirezionale continua lungo l’asse intestino-cervello; ciò implica che uno stato di salute intestinale compromessa possa influenzare negativamente umore e comportamento. Un intestino sano, quindi, non è solo la base per una buona digestione, ma è essenziale per il benessere mentale ed emotivo. L’idrocolonterapia si propone come uno strumento naturale per coadiuvare il miglioramento della salute intestinale e, di riflesso, la nostra stabilità emotiva. La tavola rotonda ha inoltre evidenziato con forza la necessità di un approccio fortemente multidisciplinare, coinvolgendo gastroenterologi, chirurghi, radiologi e professionisti dell’alimentazione.

Pesce: «Prioritario formare operatori qualificati e migliorare la tecnica»
Gian Luigi Pesce, vicepresidente della SICT, ha delineato le future direzioni della disciplina, sottolineando come «le nuove frontiere consistano nel perfezionare la tecnica e, soprattutto, nel formare adeguatamente il crescente numero di operatori sanitari. Con circa 500 centri attivi in Italia, è imperativo garantire la presenza di professionisti altamente qualificati». Il dottor Pesce ha poi confermato il ruolo di Montallegro: «A Genova, rappresenta l’unico centro in cui si effettua la colon-wash, un’alternativa efficace alla preparazione intestinale tradizionale per la colonscopia. Questa metodica, eseguita circa due ore prima dell’esame, offre ottimi risultati e consente al paziente di mantenere le proprie attività il giorno precedente, evitando i disagi della preparazione standard». Riguardo alle percezioni dei pazienti, ha chiarito: «Benché sia un trattamento specifico che richiede un’attenta preparazione dell’operatore per minimizzare ogni disagio, l’impatto negativo è minimo». Ha inoltre osservato una crescente accettazione anche da parte del pubblico maschile: «La nostra casistica per la colon-wash indica una percentuale di uomini intorno al 30%, superiore al 20% riscontrato in altri centri, a dimostrazione che una maggiore conoscenza della metodica ne favorisce una migliore ricezione».

Giuberti: «Da vent’anni la SICT promuove formazione e linee guida scientifiche»
La dottoressa Rosanna Giuberti, medico e presidente della Società Italiana Idrocolonterapia (SICT), ha tracciato un bilancio dell’evoluzione della metodica. «Operativa da vent’anni, la SICT si è dedicata prioritariamente alla preparazione degli operatori, con un impatto significativo su una tecnica in continua evoluzione». L’impegno della Società, ha proseguito, «si concretizza in una presenza sempre più incisiva nella comunicazione digitale e scientifica, con l’organizzazione di congressi, attività informative e scuole dedicate alla formazione. Eventi – come quello ospitato da Montallegro – sono cruciali per presentare e promuovere l’adesione alle linee guida societarie, stimolando l’interesse degli operatori».

Bazzocchi: «L’acqua: una risorsa terapeutica con crescente validazione scientifica»
Il professor Gabriele Bazzocchi, già docente all’Università di Bologna e primario di Neurogastroenterologia a fino al 2018, ha analizzato la fisiopatologia della stipsi e l’impiego terapeutico dell’acqua. «Esistono molteplici approcci basati sull’acqua: dall’idrocolonterapia, che impiega volumi significativi, a metodiche che utilizzano minori quantità di liquido ma a pressioni elevate per stimolare l’evacuazione colica. Sebbene tecnicamente distinti, l’obiettivo condiviso è lo svuotamento intestinale in pazienti con difficoltà evacuative». Il professore ha evidenziato un cambiamento paradigmatico: «I protocolli internazionali per questi disturbi stanno progressivamente integrando l’approccio idrico come risorsa terapeutica, superando le passate resistenze della medicina ufficiale, dovute principalmente a una carenza di studi scientifici rigorosi». Questa evoluzione è supportata da «una ricerca scientifica oggi più strutturata, che fornisce risultati rilevanti, favorendo l’acquisizione di queste conoscenze da parte delle società scientifiche. Un numero crescente di ospedali italiani adotta queste tecniche configurandoli come vere e proprie terapie e il Servizio Sanitario Nazionale riconosce rimborsi per diversi di questi trattamenti». Riguardo alla stipsi, il professor Bazzocchi ha precisato: «L’idrocolonterapia svolge un ruolo definito. Spetta al clinico discernere i pazienti che possono trarne massimo beneficio, quelli per cui non è indicata e la maggioranza dei casi in cui va integrata con altre terapie farmacologiche, comportamentali e a volte psicologiche».