Dal Gaslini agli USA: Angelo Ravelli insignito del Master Award dall’American College of Rheumatology
Il direttore scientifico dell'Istituto Gaslini ha ricevuto il riconoscimento dalla più autorevole società scientifica della reumatologia internazionale
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Il professor Angelo Ravelli, direttore scientifico dell’Istituto Giannina Gaslini e professore ordinario di Pediatria dell’Università degli Studi di Genova, ha ricevuto un riconoscimento di altissimo profilo. È stato insignito del Master Award dall’American College of Rheumatology (ACR), la più autorevole società scientifica della reumatologia internazionale.
Questo premio viene assegnato a medici e ricercatori per contributi di eccezionale rilievo nel campo della reumatologia. È un onore raramente attribuito a specialisti non nordamericani, e ancora più raramente a un reumatologo pediatra.
Con oltre 40 anni di attività clinica e scientifica, il professor Ravelli è uno dei massimi esperti mondiali nel campo, già direttore della Clinica Pediatrica e Reumatologia del Gaslini e della Scuola di Specializzazione in Pediatria dell’Università di Genova. Abbiamo discusso con lui il significato di questo premio e le frontiere della ricerca che si aprono al Gaslini.
– Professore, innanzitutto complimenti. Quali emozioni ha provato nel ricevere questo premio?
«È stato un onore. È un premio assegnato con una selezione molto rigida a reumatologi che hanno accumulato meriti di grande rilievo sul piano assistenziale e della ricerca nel corso della loro carriera. Mi è stato consegnato durante la seduta inaugurale del congresso, a Chicago, in un’aula enorme: una grande emozione».
– Quali sono stati gli studi o le scoperte chiave della sua carriera che hanno motivato questa decisione?
«Sul piano assistenziale, mi sono dedicato per più di 40 anni alla diagnostica e alla cura dei bambini e degli adolescenti con malattie reumatiche autoimmuni. Per quanto riguarda la ricerca, ho proposto e validato le principali misure oggi utilizzate per quantificare il livello di attività, e quindi la severità, di malattia in patologie come l’artrite idiopatica giovanile e la dermatomiosite giovanile. Inoltre, ho messo a punto i criteri per la diagnosi di una delle complicanze più temibili e potenzialmente fatali dell’artrite sistemica, la sindrome da attivazione macrofagica. Questi criteri sono stati adottati sia dall’American College of Rheumatology, che mi ha premiato, sia dalla società europea, l’EULAR (European Alliance of Associations for Rheumatology)».
– Lei è stato anche pioniere di una specifica strategia terapeutica.
«Sono stato il primo a proporre nelle malattie reumatiche infantili la strategia “treat-to-target” (curare per raggiungere l’obiettivo). È un approccio innovativo che guida all’utilizzo ottimale dei farmaci oggi disponibili, fornendo linee guida su come combinarli per raggiungere i migliori obiettivi terapeutici possibili, idealmente la remissione, cioè la completa scomparsa di tutti i segni e sintomi di malattia. Ho coordinato gli sforzi internazionali che hanno portato alla stesura di queste raccomandazioni sia per l’artrite idiopatica giovanile, la malattia reumatica più frequente nel bambino, sia per la dermatomiosite giovanile».
– Quali sono le ricerche su cui si sta concentrando con il suo team al Gaslini?
«Abbiamo in corso un trial importante finanziato dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) sull’artrite idiopatica giovanile, che confronta due diversi approcci terapeutici: uno “step-up”, partendo più gradualmente e aumentando l’impegno terapeutico se necessario, e uno “step-down”, partendo forte per poi ridurre la terapia una volta raggiunto il risultato. Abbiamo anche sviluppato negli anni una fortissima competenza sulle malattie autoinfiammatorie».
– Può spiegarci la differenza e le nuove frontiere che si aprono?
«Le malattie autoinfiammatorie sono peculiari perché sono secondarie alla mutazione di un singolo gene; sono malattie cosiddette monogeniche. Stiamo iniziando a esplorare l’idea di fare “gene editing” (correzione del gene). L’obiettivo è intervenire con sofisticati meccanismi molecolari per andare a correggere la mutazione genetica.
Parallelamente, stiamo potenziando lo studio delle malattie autoimmuni che – a differenza delle prime – hanno una patogenesi multifattoriale, con molti geni coinvolti, ed è più difficile scoprirne la causa. Tuttavia, abbiamo identificato alcuni meccanismi che hanno portato allo sviluppo di nuovi farmaci molto più precisi e mirati rispetto al passato, i quali stanno migliorando in maniera radicale la prognosi dei bambini affetti da queste malattie».
– Questo premio è un riconoscimento personale, ma immaginiamo abbia un riflesso importante anche sull’Istituto Gaslini.
«Nessuno vince riconoscimenti solo sul proprio lavoro personale. Devo dare merito al mio gruppo di reumatologia e a tutti i miei allievi che mi hanno supportato negli anni. Anche l’Istituto Gaslini è stato fondamentale. Mi sono trasferito da Pavia al Gaslini 24 anni fa ed è al Gaslini che ho raggiunto la mia piena maturità clinica e scientifica. Credo sia un riconoscimento anche per l’istituto, che mi ha scelto come direttore scientifico. Questo premio dimostra che la scelta è stata oculata e dà lustro all’istituto, non solo al sottoscritto».