Dal dopoguerra in poi, l’evoluzione della scienza farmacologica e le esigenze della società sono andate quasi di “pari passo”, rivoluzionando le abitudini sessuali degli italiani. È questo il presupposto da cui si sviluppa il bel libro scritto da Giuseppe Martorana, professore emerito di Urologia presso l’Università di Bologna, che offre uno sguardo unico sull’evoluzione della sessualità in Italia dal dopoguerra a oggi.

Insignito recentemente del Premio Roth – massimo riconoscimento alla carriera in ambito urologico, rilasciato dalla SIU (Società Italiana di Urologia) – esperto di Urologia Oncologica, legato a Montallegro da una collaborazione ultra decennale, Martorana guida il lettore in un viaggio che ripercorre i cambiamenti clinico-sociali che hanno plasmato le abitudini sessuali degli italiani, attraverso una prospettiva andrologica e forte delle molteplici esperienze personali. La farmacologia, con la sua rivoluzione rappresentata dalla pillola anticoncezionale prima e dalle molecole come il Viagra poi, emerge come protagonista di questa trasformazione.

La copertina del libro

“L’idea di questo testo nasce una decina di anni fa, quando, nell’ambito delle lezioni rivolte ai medici in formazione della Scuola di Specializzazione in Urologia, ne avevo preparata una a indirizzo andrologico e discusso di quanto i farmaci PDE5i avessero totalmente cambiato le abitudini sessuali nella nostra società, specie nella fascia over 50 e over 60. Qualcuno degli allievi, a fine lezione, mi aveva solleticato e suggerito di trasformare la lezione in un libro vero e proprio” si legge nella prefazione. Ora, a distanza di una decina d’anni, il libro è diventato realtà, edito da Bologna University, con la prefazione di Vittorio Sgarbi, e si contraddistingue per il suo taglio divulgativo, non impegnativo nella lettura, che lo rende godibile per un ampio pubblico. Il testo si avvale di un ricco apparato illustrativo che accompagna e facilita la narrazione.

– Prof Martorana, quale ruolo ha avuto la figura dell’urologo nell’evoluzione della sessualità?
«L’urologo è stato testimone dei progressi nella sfera sessuale dal dopoguerra a oggi. Se, fino agli anni ’70, il suo intervento nella sfera sessuale era limitato alla cura delle malattie veneree, dagli anni ’80, l’urologo ha giocato un ruolo chiave nel risolvere i principali problemi sessuali, come l’impotenza maschile, finalmente non più considerata una vergogna ma una patologia da curare, e la sterilità di coppia, di cui fino allora era stata considerata responsabile solo la donna. Nel nuovo millennio, la scoperta del Viagra ha rappresentato un’ulteriore svolta».

– Il Viagra è oggi sdoganato nella società. Come è stato accolto all’inizio?
«C’era un po’ di ritrosia. Molte persone preferivano non avere la ricetta medica con il nome, quindi passavano dall’urologo che aveva sempre qualche confezione di Viagra. Personalmente, ho sempre prescritto questi farmaci solo a chi ne aveva effettivamente bisogno, evitando di favorire un uso improprio».

– Come ha strutturato il libro?
«Il volume segue una scansione storica che ripercorre gli ultimi sessant’anni. La prima parte esplora la società bigotta e ipocrita del dopoguerra, la seconda racconta il boom economico degli anni ’60 e ’70, con una menzione speciale alla pillola anticoncezionale che si deve al ricercatore americano Gregory Pincus. La terza parte coincide con la scoperta del Viagra, e arriva fino ai giorni nostri, con il Covid-19 e le sue implicazioni, anche nell’ambito della sessualità».

– Può condividere qualche peculiarità del suo libro?
«Oltre alle tematiche specialistiche, trattate sempre in maniera divulgativa, in questa carrellata che mette in correlazione l’evoluzione della scienza farmacologica e la trasformazione dei costumi sociali, ho analizzato anche ambiti come la letteratura e il cinema, che a loro modo hanno raccontato tutto questo. Penso che sia un aspetto ulteriormente interessante».

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