L’evento di chirurgia in diretta, organizzato daLe voci dei partecipanti lo scorso 2 luglio, ha richiamato a Genova chirurghi plastici da tutta Italia, attratti dal confronto tra due autentici luminari della chirurgia dello sguardo come Giorgio Botti e Francesco Bernardini. I partecipanti hanno potuto osservare in diretta dal centro di formazione al 23/24 piano di Torre San Vincenzo (TSV70) gli interventi eseguiti nel blocco operatorio di Montallegro, per poi confrontarsi con i due chirurghi nel pomeriggio. Ecco alcune voci di chi ha partecipato alla giornata.

Pietro Lorenzetti: «Un evento significativo anche per chirurghi formati»

Chirurgo Plastico

– Quali sono stati gli aspetti più interessanti di questa giornata?
«È stato un evento sostanzialmente monotematico, tutto concentrato sulla palpebra, e questo è molto interessante, anche per chirurghi già formati. Sono occasioni per approfondire alcuni aspetti entrando nel dettaglio, e quindi danno senso alla presenza. La videochirurgia rappresenta da sempre un qualcosa in più, perché permette di vedere realmente, non soltanto di parlare, tecniche e dettagli che in altro modo non potresti approfondire».

– Ha riscontrato un diverso approccio tra i due chirurghi? Quali gli aspetti più interessanti?
«Come normale che sia. In Brasile, dove ho studiato, un famoso chirurgo brasiliano presentando a un congresso un lavoro sulla mastopessi, cominciò con una foto di un baccalà. Tutti risero in sala e lui spiegò che ci sono almeno dodici modi per fare bene il baccalà, e altrettanti per fare bene la mastopessi. È dunque normale che ci siano posizioni, idee e tecniche diverse. L’importante è la conoscenza e il rispetto dell’anatomia. E poi ognuno di noi ha una sensibilità propria: nelle mani di un chirurgo è meglio una tecnica, nelle mani di un altro una diversa».

– Ha suggerimenti per eventuali nuove edizioni?
«Credo che sia molto interessante questo tipo di impostazione, con la chirurgia in diretta la mattina e al pomeriggio gli approfondimenti. Così si lascia il segno per far crescere i ragazzi giovani, ma allo stesso tempo permette la discussione anche fra persone più formate, su come si possono modificare tante piccoli dettagli del nostro lavoro».

Alessandro Innocenti: «Nel confronto il valore aggiunto della giornata»

Chirurgo Plastico

– Quali sono stati gli aspetti più interessanti di questa giornata?
«Sicuramente avere l’opportunità di vedere due professionisti con la P maiuscola a confronto su argomenti simili ma affrontati con approcci chirurgici diversi, giustificati da strategie terapeutiche motivate».

– Abbiamo visto all’opera due generazioni a confronto. Gli approcci utilizzati sono stati dettati dalla diversa generazione o dalla personale visione della chirurgia dello sguardo?
«Credo più la seconda. Sono approcci che non devono essere identificati come unici, ma sono assolutamente convinto – conoscendo entrambi nella loro vita professionale – che siano state soltanto modalità esplicative diverse, giustificate da situazioni cliniche differenti. Nel bagaglio culturale di ogni professionista ci devono essere tutte le tecniche possibili; non esiste la tecnica unica che rappresenta la soluzione per qualsiasi situazione clinica».

– Per Montallegro è stato il primo evento di chirurgia in diretta. Suggerimenti e impressioni?
«È stato un evento assolutamente lodevole, dall’organizzazione esemplare. Se vogliamo andare a cercare il dettaglio, probabilmente la qualità delle immagini in una chirurgia così raffinata richiede una cura dell’aspetto cromatico importante, perché quando si va a lavorare su strutture così fini, diventa difficile per l’audience riconoscere ogni dettaglio, se la ripresa sfuma un poco i colori».

Ilaria Baldelli: «Nel confronto il valore aggiunto della giornata»

Clinica di chirurgia plastica e ricostruttiva ospedale San Martino

– Quali sono stati gli aspetti più interessanti di questo evento?
«Per me che ero un più un po’ più giovane di molte persone presenti in sala è stato bellissimo vedere all’opera e conoscere direttamente l’autore di libri su cui ho studiato, sull’approccio alla chirurgia oculopalpebrale, ovvero il dottor Botti. Con Bernardini invece ho avuto la fortuna di frequentare le sue sale operatorie. È stata sicuramente una grande opportunità poter vedere tecniche diverse. Due generazioni a confronto, e soprattutto con approcci differenti tra il chirurgo plastico e l’oculoplastico, con la possibilità di vedere le due tecniche in contemporanea. Il tutto con molta chiarezza nell’individuare le opportunità e i possibili rischi dei diversi metodi».

– Quali gli aspetti più interessanti negli interventi di Botti e Bernardini?
«Nella tecnica presentata da Botti c’è stata una visione di ricostruzione più importante. Bernardini invece ha presentato una filosofia più conservativa e più tecnica su alcuni passaggi, per esempio sulla cantopessi, con aumento dello scollamento per limitare il rischio di danno ai tessuti. Ma sono certa che entrambi praticano tutte le tecniche codificate. Le situazioni anatomiche delle pazienti non erano completamente sovrapponibili: ognuno dei chirurghi ha evidentemente utilizzato nel suo caso la tecnica che riteneva adeguata».

– Ha suggerimenti per eventuali nuove edizioni?
«Più il confronto è diretto su uno specifico intervento, più per il discente diventa interessante osservare le tecniche utilizzate. Ognuno di noi può prendere spunto e cercare di capire, anche in base alle proprie esperienze, verso quale tecnica può più facilmente approcciarsi».

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Redazione