È una pandemia silenziosa, ma i suoi numeri sono impressionanti. Entro il 2050, i decessi causati direttamente da infezioni resistenti agli antibiotici potrebbero aumentare del 70%, passando da 1,14 milioni nel 2021 a 1,91 milioni. Allo stesso tempo, il numero di morti – in cui i batteri resistenti svolgono un ruolo indiretto – potrebbe aumentare del 75%, passando da 4,71 milioni di decessi all’anno a 8,22 milioni. L’allarme sulla resistenza antimicrobica (AMR) non è nuovo, ma oggi, 18 novembre, in occasione della Giornata europea degli antibiotici e dell’avvio della Settimana mondiale sull’uso consapevole degli antimicrobici (WAAW), assume il carattere dell’urgenza.

I dati italiani, come ricorda Matteo Bassetti, Direttore della Clinica Malattie infettive e tropicali dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova – che ha scelto Villa Montallegro per l’attività in libera professione – sono eloquenti: «Un lavoro pubblicato sul Lancet nel 2024 faceva vedere la mortalità per 100mila nel nostro paese per le infezioni da batteri resistenti: nel 1990 era intorno al 10-12%, la stessa mortalità nel 2050 sarà compresa tra il 20 e il 25%. Per le infezioni, come per nessun’altra malattia, in 60 anni perdiamo il 50% di sopravvivenza».

Il percorso virtuoso di Montallegro

In questo contesto, l’impegno delle singole strutture sanitarie diventa fondamentale. Montallegro ha intrapreso da anni un percorso rigoroso sull’uso appropriato degli antibiotici, un lavoro guidato con visione e competenza dal dottor Roberto Tramalloni, Direttore sanitario della struttura dal 2015, scomparso lo scorso agosto, che ha impostato le basi di un modello oggi riconosciuto.

L’attualità di questo impegno è confermata da un importante riconoscimento. Nell’ambito del Piano nazionale di contrasto dell’antimicrobico-resistenza (PNCAR 2022-2026), il Ministero della Salute ha scelto Montallegro – unica struttura privata a Genova – per un innovativo progetto di studio. Il progetto analizzerà il consumo di antibiotici a livello territoriale, mettendo in correlazione i dati di consumo dei maggiori ospedali della città con i residui rilevati nelle acque reflue. Lo studio è co-gestito dall’Istituto Mario Negri e dall’Istituto di Ricerca sulle Acque del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Verbania.

Questo progetto si inserisce in un monitoraggio costante. Montallegro è infatti all’interno di un piano quinquennale che conferma il trend positivo. «Il consumo di antibiotici a largo spettro diminuisce progressivamente anno dopo anno», spiega Carlotta Meirana, farmacista, responsabile procurement e componente del Quality Team di Montallegro. «Dopo un calo evidente nei primi due anni, adesso la curva è meno pronunciata, ma il trend si mantiene in diminuzione».

I risultati attuali poggiano su basi solide, costruite da un piano triennale (2020-2022) per la prevenzione delle infezioni ospedaliere. Quel percorso portò a una riduzione dell’indice di pressione antibiotica di quasi quattro punti percentuali (dal 46,6% al 42,7%), ponendo già allora la struttura in una situazione d’eccellenza. Un fattore chiave fu l’aumento esponenziale degli antibiogrammi, che permise, come sottolineato dalla dottoressa Meirana, di «utilizzare antibiotici più selettivi per combattere le antibiotico-resistenze».

Bassetti sottolinea come l’approccio adottato in Montallegro abbia anticipato strategie oggi implementate a livello regionale.
«Quello che abbiamo fatto a Montallegro è stato qualcosa di avveniristico. Abbiamo rivisto tutta la profilassi antibiotica, i consumi di antibiotici, li abbiamo incrociati con le resistenze e abbiamo creato dei protocolli. È quello che stiamo facendo in Regione Liguria con un progetto che si chiama Progetto Amico, che è un progetto di antimicrobial stewardship, cioè di appropriatezza di uso degli antibiotici. Credo che il modello virtuoso Montallegro possa essere un modello riproposto, ovvero quello di creare team multidisciplinari dove condividere le strategie e renderle operative e far sì che vengano applicate».

foto in apertura
MRSA – National Institute of Allergy and Infectious Diseases, NIH.
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