Montallegro per la ricerca: sostegno agli studi contro il tumore del colon-retto
Montallegro ha destinato una donazione all'IRCCS Ospedale Policlinico San Martino per finanziare un progetto innovativo sull'immunoterapia, coordinato dalla dottoressa Lizzia Raffaghello
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Montallegro conferma il proprio impegno a sostegno della comunità e del progresso scientifico con una donazione all’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino. I fondi sono stati destinati al progetto di ricerca d’avanguardia “Rendere visibile l’invisibile: linfociti speciali contro il tumore del colon-retto“. A coordinare lo studio è la dottoressa Lizzia Raffaghello, dirigente biologo con una consolidata esperienza nel campo della ricerca oncologica, sotto la direzione scientifica del professor Antonio Uccelli.
Si tratta di un impegno che si rinnova: già lo scorso anno, infatti, Montallegro aveva sostenuto l’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino con un progetto di ricerca dedicato allo sviluppo di un “gemello biologico” per lo studio dell’ictus.
«Con questi gesti onoriamo anche la memoria di Gianfranco Mazzarello e Mario Bottaro, grandi uomini e amici scomparsi due anni fa, che credevano fermamente nel valore della ricerca e nel potenziale dei giovani» sottolinea Francesco Berti Riboli, ad di Montallegro.
Tumore del colon-retto: una neoplasia sempre più diffusa
Il tumore del colon-retto rappresenta una sfida globale per la medicina, essendo la terza neoplasia più diffusa al mondo. Una delle sue maggiori criticità è la diagnosi spesso tardiva, quando la malattia è in stadio avanzato ; una circostanza che ne complica il trattamento e che, ancor oggi, si traduce in un’elevata mortalità.
Negli ultimi anni l‘immunoterapia ha rivoluzionato la cura di molti tumori, come il melanoma e quello polmonare. Tuttavia, la sua efficacia nel caso del tumore del colon-retto rimane purtroppo limitata a circa il 5% dei pazienti. Questa resistenza risiede nella straordinaria abilità delle cellule tumorali di “nascondersi” dal sistema immunitario, producendo pochi segnali di allarme e attivando meccanismi che le rendono di fatto invisibili alle nostre difese.
La soluzione: linfociti speciali e anticorpi “taxi”
Il progetto sostenuto da Montallegro si concentra proprio su come smascherare queste cellule “invisibili”. Esiste infatti una particolare categoria di globuli bianchi, i linfociti T gamma delta (Tγδ), che possiede la capacità innata di riconoscere e uccidere le cellule tumorali del colon anche quando le altre difese immunitarie falliscono. L’obiettivo della ricerca è duplice: rafforzare l’azione di questi preziosi linfociti e guidarli direttamente all’interno della massa tumorale, evitando di danneggiare i tessuti sani.
Per raggiungere questo scopo, il team della dottoressa Raffaghello utilizzerà una strategia ingegnosa, impiegando anticorpi “taxi”, già in uso per la cura di questo tipo di tumore, a cui saranno legati farmaci speciali. Questi farmaci funzionano come un vero e proprio “carburante”, capace di attivare i linfociti Tγδ e renderli molto più efficaci nel localizzare e distruggere le cellule neoplastiche.
Per testare la terapia in un contesto il più possibile fedele alla realtà, il progetto prevede inoltre la creazione di organoidi: repliche tridimensionali dell’intestino generate a partire dalle cellule tumorali dei pazienti. Questo approccio all’avanguardia permetterà di verificare l’efficacia del trattamento e di personalizzarlo per ogni singolo caso.
Nuove prospettive dall’immunoterapia
Lo studio mira a rendere un numero maggiore di tumori del colon-retto sensibile all’immunoterapia, utilizzando farmaci già disponibili in modo più mirato per salvaguardare gli organi sani. I risultati attesi sono una significativa riduzione, o persino l’eliminazione, della massa tumorale, con un conseguente miglioramento della sopravvivenza e una diminuzione degli effetti collaterali. In futuro, la stessa strategia potrebbe inoltre rivelarsi efficace anche contro altri tipi di tumore.
A guidare il progetto è la dottoressa Lizzia Raffaghello, ricercatrice di grande esperienza.
Dopo la laurea con lode in Biologia a Genova e la specializzazione a Pavia, ha svolto periodi di ricerca presso l’Istituto Giannina Gaslini e il Children’s Hospital di Los Angeles, approfondendo gli studi sui tumori pediatrici. È stata inoltre pioniera, insieme al professor Valter Longo, negli studi sulla dieta “mima digiuno” come supporto alle terapie oncologiche. Attualmente è dirigente biologa presso il Laboratorio di Oncologia Molecolare e Angiogenesi dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino ed è autrice di 105 articoli pubblicati su riviste scientifiche internazionali.