Ionoforesi

Ionoforesi

La ionoforesi è indicata per patologie che interessano strutture superficiali e povere di tessuto muscolare o adiposo come tendini e articolazioni: tendinopatie (anche calcifiche), artralgie, sindrome del tunnel carpale, etc.
L’apparecchio utilizzato per questa metodica è composto da un generatore elettrico e da due elettrodi (uno positivo + e uno negativo -), ricoperti da spugnette imbevute della sostanza farmacologia da ionizzare e quindi veicolare. Se il farmaco ha una polarità negativa, si indirizzerà verso l’elettrodo positivo (+), al contrario un farmaco con polarità positiva migrerà verso l’elettrodo negativo (-). L’intensità di corrente da erogare è correlata alla superficie (espressa in cmq) dell’elettrodo attivo.
Le principali vie di penetrazione delle sostanze ioniche attraverso la cute sono i dotti e le ghiandole sudoripare, le ghiandole sebacee, gli orifizi esterni dell’apparato pilifero. Al contrario, le cellule cornee dell’epidermide – cioè quelle più superficiali – oppongono resistenza al passaggio della corrente elettrica (e quindi dei farmaci). Superata la barriera dell’epidermide, gli ioni si diffondono a livello capillare e vengono immessi nel torrente circolatorio. Gli ioni attivi attraversano la barriera cutanea dopo i primi 15 minuti di trattamento, per cui sono necessarie sedute di almeno 20’.
Durante il trattamento il Paziente non avverte sensazioni spiacevoli.
La ionoforesi è indicata per patologie che interessano strutture superficiali e povere di tessuto muscolare o adiposo come tendini e articolazioni: tendinopatie (anche calcifiche), artralgie (ovvero i dolori che colpiscono un’articolazione e il tessuto a essa circostante), sindrome del tunnel carpale, etc.
Le controindicazioni sono legate agli effetti che la corrente galvanica può provocare sui metalli e sugli strumenti elettronici; pertanto non è indicato l’utilizzo della ionoforesi in Pazienti portatori di pace-maker, mezzi di sintesi metallici e protesi articolari. L’uso di questa tecnica è controindicato anche in caso di epilessia, gravidanza, lesioni cutanee in prossimità degli elettrodi (piaghe, eruzioni, ustioni, cheloidi o cicatrici recenti), allergie a farmaci, dermatiti atopiche, malattie cardiovascolari gravi.