Tumore al polmone: giochiamo d’anticipo
In occasione del World Lung Cancer Day, lo specialista Gian Luca Pariscenti spiega l'importanza degli stili di vita e dei programmi di screening per contrastare una delle neoplasie più diffuse
Mi dica, dottore
Il primo agosto si celebra in tutto il mondo il World Lung Cancer Day, la giornata mondiale per la consapevolezza sul tumore al polmone. Un’occasione fondamentale per accendere i riflettori su una delle neoplasie più frequenti e letali a livello globale, ma anche per ribadire l’importanza di un’arma potentissima: la prevenzione. I dati più recenti confermano l’urgenza di questa attenzione: secondo le statistiche del 2023, in Italia sono stati stimati circa 44mila nuovi casi di tumore al polmone. A livello mondiale, questa patologia si conferma non solo tra le più diagnosticate, con quasi 2,5 milioni di nuovi casi, ma anche la prima causa di morte per cancro.
Purtroppo, circa l’80% dei pazienti riceve una diagnosi quando la malattia è già in fase avanzata, limitando drasticamente le opzioni terapeutiche. Proprio per questo, la prevenzione e la diagnosi precoce rappresentano le armi più potenti a nostra disposizione. Approfondiamo questi temi con il dottor Gian Luca Pariscenti, direttore dell’unica Unità Operativa complessa di chirurgia toracica della Regione Liguria, Hub regionale e responsabile del centro di riferimento ligure per lo screening di questa neoplasia presso l’IRCCS Policlinico San Martino e specialista in Montallegro per l’attività in libera professione.
– Dottor Pariscenti, quali sono i consigli di prevenzione più importanti?
«Il primo consiglio, naturalmente, è smettere di fumare, azione che riduce significativamente il rischio. Esistono centri antifumo specializzati che offrono un valido aiuto con percorsi personalizzati, supporto psicologico e farmaci come la citisina. Accanto alla lotta al fumo, è fondamentale l’alimentazione, perché anche gli idrocarburi presenti nella carne troppo cotta possono avere un ruolo, e un regolare esercizio fisico. Non vanno poi dimenticati i rischi professionali: è importante utilizzare sempre le misure di protezione adeguate sul luogo di lavoro».
– A quali sintomi bisogna prestare particolare attenzione?
«Il sintomo più comune è la tosse persistente, che non passa con i farmaci comuni e tende a peggiorare. Altri segnali da non sottovalutare sono la raucedine, la presenza di sangue nel catarro e il respiro corto. Quando compaiono sintomi come dolore al petto, perdita di peso e di appetito o stanchezza estrema, spesso ci troviamo di fronte a un tumore non più operabile perché in fase avanzata. Per questo la tempestività è tutto».
– Come si può ottenere una diagnosi precoce?
«Attualmente in Italia non esiste uno screening nazionale consolidato, ma il Ministero della Salute ha approvato il programma sperimentale RISP (Rete Italiana Screening Polmonare), a cui aderiscono 18 centri, incluso l’IRCCS Policlinico San Martino. Questo programma si rivolge a soggetti a rischio – forti fumatori o ex fumatori tra i 55 e i 75 anni – e utilizza la TC a bassissimo dosaggio, un esame che si è dimostrato molto efficace e consente anche di valutare altri fattori di rischio come le calcificazioni coronariche e il grado di enfisema. Lo screening potrebbe portare la percentuale di persone operabili dal 20% a quasi il 50%».
– Anche in Montallegro è possibile accedere a percorsi di screening?
«Certamente. Montallegro offre percorsi di screening avanzati grazie a una TC a basso dose di radiazione, perfetta per questa attività. Gli specialisti in radiologia sono inoltre coadiuvati da software di intelligenza artificiale che – oltre a migliorare la visualizzazione dei noduli – sono utili per decidere con precisione il passo successivo: avviare un percorso di follow-up o procedere subito con ulteriori indagini diagnostiche».