La diagnostica per immagini ha compiuto passi da gigante, offrendo oggi strumenti sempre più precisi e meno invasivi per la tutela della salute.
Tra questi, la risonanza magnetica (RM) whole-body con diffusione rappresenta una delle metodiche più avanzate per lo studio completo dell’organismo, senza l’utilizzo di radiazioni ionizzanti (potenzialmente pericolose) e senza impiego di mezzi di contrasto che, in alcuni casi, potrebbero determinare reazioni allergiche anche gravi.

L’esame consente di ottenere una mappatura dettagliata, dal cranio fino all’addome, fornendo informazioni preziose sia in ambito preventivo sia nel monitoraggio di patologie già diagnosticate. Questo avviene sfruttando una tecnica, la diffusione, che fa riferimento a una specifica applicazione della RM che rileva la diffusione delle molecole di acqua: per esempio, nelle lesioni tumorali la diffusione delle molecole di acqua è inferiore poiché la densità delle cellule tumorali è maggiore.

Ne parliamo con Ennio Biscaldi, consulente del servizio di diagnostica per immagini di Montallegro. «L’imaging “full body” con risonanza magnetica è un’indagine che interessa in maniera non dedicata, ma complessiva, il cranio, il collo, il torace e l’addome. Di conseguenza, la sua prima indicazione è nell’attività di screening diagnostico. Inoltre, può essere impiegata nello studio di pazienti che hanno patologie note, ma delle quali abbiamo interesse a investigare l’intero organismo, al fine di identificare eventuali ulteriori sedi della malattia che non sono state ancora individuate o che devono essere verificate per approfondimenti richiesti da specialisti» spiega Biscaldi.

In Montallegro, è disponibile la risonanza magnetica di ultima generazionead alto campo Philips MR 5300

La procedura consente di analizzare nel dettaglio l’anatomia e le eventuali patologie utilizzando un campo magnetico invece delle radiazioni. Si ottengono così immagini in altissima definizione che permettono l’individuazione di alterazioni di dimensioni molto ridotte, anche grazie alle panoramiche, alle ricostruzioni tridimensionali e alle immagini assiali.

Questa metodica è di fatto entrata nella pratica clinica per i pazienti oncologici (in particolare linfomi e mielomi, stadiazione di carcinomi di ovaio e polmone o ricerca di metastasi occulte, per esempio da carcinoma della prostata). Il suo utilizzo è prezioso anche in termini di prevenzione, nei soggetti sani e ancor più in quelli con predisposizione genetica a sviluppare tumori, per i quali è consigliato uno screening dell’intero corpo. È importante sottolineare che non sostituisce i percorsi di screening oncologici tradizionali basati su specifici fattori di rischio (come quelli per seno, collo dell’utero o colon-retto).