Obesità e cuore, le nuove frontiere della terapia
Dalla ricerca sul diabete arrivano farmaci che aiutano a combattere l'obesità, uno dei principali fattori di rischio cardiovascolare
Cuore al centro
L’obesità è da sempre riconosciuta come uno dei principali fattori di rischio per l’apparato cardiovascolare. Se l’approccio tradizionale si è concentrato su dieta e attività fisica, oggi la medicina offre strategie terapeutiche innovative. Ne abbiamo parlato con Gian Paolo Bezante, dirigente medico della Clinica di Malattie dell’Apparato Cardiovascolare dell’IRCCS (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) Ospedale Policlinico San Martino e consulente del Servizio di Cardiologia di Montallegro.
«L’approccio all’obesità non può limitarsi alle sole modifiche alimentari» chiarisce subito il dottor Bezante. «È noto come alla dieta sia necessario associare un incremento dell’attività fisica per aumentare il consumo metabolico. Oggi, a questi pilastri si aggiunge un supporto farmacologico che può coadiuvare il percorso dietetico. È fondamentale però che questi farmaci siano sempre integrati con l’esercizio fisico e con tutte le altre misure preventive».
Diventa quindi cruciale comprendere il corretto ruolo di queste terapie. «Il messaggio chiave è che questi farmaci vanno intesi come un aiuto temporaneo» precisa Bezante. «Devono essere utilizzati per un periodo definito, in associazione a un aumento dell’attività fisica. L’obiettivo è sfruttare il loro contributo per raggiungere un peso ottimale, che dovrà poi essere mantenuto – una volta sospesa la terapia – esclusivamente con uno stile di vita sano e attivo».