Matteo Guelfi, specialista in Ortopedia e Traumatologia si occupa in Montallegro di chirurgia artroscopica, mini-invasiva e protesica, di caviglia, piede e ginocchio. Specializzato con lode in Ortopedia e Truamatologia, attualmente sta svolgendo un Dottorando di ricerca sulle riparazioni artroscopiche dei legamenti di caviglia all’Università Autonoma di Barcellona. Dal 2015 collabora con la Commissione medica della Federazione Italiana Sport Invernali. Nell’ultimo anno cinque sue pubblicazioni con affiliazione Villa Montallegro sono state presentate dalla rivista scientifica KSSTA, “Knee Surgery, Sports traumatology and Arthroscopy”, la più importate rivista europea di traumatologia sportiva e una delle più importanti riviste internazionali dell’ortopedia.

– Di che cosa trattano queste sue recenti pubblicazioni?

«Riguardano prevalentemente l’artroscopia di caviglia e il trattamento artroscopico delle problematiche legamentose di caviglia».

– Ci può fornire qualche dato sui traumi distorsivi e la rottura dei legamenti della caviglia?

«I traumi distorsivi di caviglia sono uno dei problemi ortopedici più frequenti. Secondo studi epidemiologici si calcola che in Italia avvengono circa 6.000 traumi distorsivi al giorno. Possono verificarsi durante l’attività sportiva ma anche durante normali incombenze quotidiane. Nella maggior parte dei casi il piede si gira all’interno e vengono lesionati i legamenti laterali (peroneo-astragalico e peroneo-calcaneare). Spesso questi traumi vengono sottovalutati ma fino al 40% dei pazienti con un trauma distorsivo continuerà a subire disturbi alla caviglia in seguito a un trauma distorsivo e il 10-20% svilupperà un’instabilità cronica di caviglia».

I sintomi del trauma distorsivo della caviglia

– Quali sono questi sintomi? Quando parla di instabilità di caviglia che cosa intende?

«I legamenti della caviglia sono i principali stabilizzatori dell’articolazione; in seguito a una loro rottura la caviglia può diventare instabile causando storte ripetute, difficoltà a camminare su superfici sconnesse, impossibilità a indossare tacchi. Altri sintomi sono possibili come dolore nella regione laterale della caviglia, gonfiore e dolore dopo una camminata, limitazioni del movimento. Inoltre traumi distorsivi frequenti possono portare a lesioni della cartilagine e a un consumo precoce dell’articolazione cioè all’artrosi».

– Lei si sta occupando delle nuove tecniche in questo settore…

«Si tratta di nuove tecniche per la riparazione dei legamenti di caviglia completamente artroscopiche (come avviene per il ginocchio e la spalla da diversi anni). Ne abbiamo provato scientificamente la sicurezza e l’affidabilità».

Artroscopia, metodo e vantaggi

– Quando parliamo di artroscopia (nella foto di apertura, l’intervento) che cosa intendiamo? Quali sono i vantaggi?

«L’artroscopia è una tecnica mini-invasiva eseguita attraverso due piccoli fori di 1 cm che permette di svolgere procedure chirurgiche in maniera più precisa, meno invasiva, preservando e ripristinando l’anatomia originale. Fornisce risultati clinici migliori rispetto alle procedure tradizionali con tempi di guarigione più rapidi. Inoltre permette di controllare completamente l’articolazione e trattare eventuali altre problematiche presenti; queste problematiche si riscontrano nell’80-90 per cento dei casi di pazienti con instabilità di caviglia. Non eseguire un’artroscopia in questi pazienti vorrebbe dire tralasciare qualche problematica articolare, il che potrebbe portare sintomi residui».

– Lei è figlio di Marco Guelfi, ortopedico di fama, e assieme collaborate nell’attività sanitaria. Come si conciliano, nel quadro delle novità di cui stiamo parlando, l’esperienza di suo padre con le sue ricerche scientifiche e il suo entusiasmo giovanile?

«Sì lavoriamo costantemente insieme. A mio modo di vedere si conciliano perfettamente e sono un mix vincente proprio perché combiniamo la sua esperienza di tanti anni di chirurgia con l’innovazione delle più moderne tecniche chirurgiche artroscopiche e mini-invasive che ho imparato e studiato all’estero, sopratutto in Spagna. Questo ci ha aiutato molto a capire quali di queste tecniche fossero sicure e affidabili e quali invece necessitassero ancora di essere perfezionate e ci ha permesso di arrivare a essere considerati un riferimento nazionale per la chirurgia artroscopica di caviglia».

Scritto da:

Mario Bottaro

Giornalista.