Estate e salute degli occhi: prevenire e curare i fastidi più comuni
I consigli dell'oftalmologo per affrontare la bella stagione, proteggendo la vista dai rischi più comuni legati all'ambiente e alle attività all'aperto
Mi dica, dottore
L’estate porta con sé sole, vacanze e vita all’aria aperta, ma anche qualche rischio in più per la salute dei nostri occhi. Dall’irritazione causata dal cloro delle piscine alle congiuntiviti, passando per la fastidiosa sensazione di un granello di sabbia, sono diverse le insidie che possono compromettere il nostro benessere visivo. Per fare chiarezza e offrire consigli pratici, abbiamo incontrato in Montallegro il dottor Riccardo Berti Riboli, specialista in Oftalmologia e componente del Cda di Villa Montallegro, che ci ha guidato alla scoperta dei disturbi più frequenti e delle strategie migliori per prevenirli e affrontarli.
– D’estate molti amano nuotare tenendo gli occhi aperti sott’acqua. È una pratica sconsigliata?
«Di massima no. Dovendo scegliere, è preferibile l’acqua del mare, purché pulita: la sua composizione chimica e il suo pH sono infatti più fisiologici per i nostri occhi, simili a quelli delle lacrime. Il problema dell’acqua della piscina è legato alle sostanze disinfettanti utilizzate per abbattere la carica batterica. Un tempo esistevano patologie definite proprio “cheratiti da piscina”, infezioni virali che potevano causare danni seri. Oggi i controlli sulla qualità delle acque sono molto rigorosi, ma i disinfettanti possono comunque provocare irritazione. Per questo, raccomando sempre l’uso di occhialini protettivi o di una maschera, sia per gli adulti sia per i bambini».
– Quali sono i primi sintomi di irritazione e come intervenire?
«In caso di semplice irritazione, la prima cosa da fare è un abbondante lavaggio con soluzione fisiologica, per eliminare le sostanze chimiche. Se invece si sviluppano i segni di un’infezione, come secrezione catarrale e rossore persistente, è necessario rivolgersi a uno specialista per una terapia mirata, che può includere antibiotici o antivirali».
– La congiuntivite è uno dei disturbi estivi più noti. Come possiamo riconoscerne la natura?
«Imparare a distinguere i segnali è utile, anche se una visita specialistica resta fondamentale in caso di dubbio. La congiuntivite allergica si manifesta tipicamente con prurito intenso e lacrimazione; quella irritativa è legata al contatto con agenti esterni, come il cloro; quella infettiva (batterica o virale) presenta sintomi simili ma è spesso accompagnata da secrezione. Il campanello d’allarme scatta quando l’occhio rosso al mattino non migliora nel corso della giornata: in quel caso, la visita medica è indispensabile»
– Parliamo di un altro fastidio comune: la sindrome dell’occhio secco. Il caldo estivo la peggiora?
«Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, per chi vive a Genova, l’ambiente caldo-umido estivo può essere meno fastidioso di certe giornate invernali secche. Il vero problema dell’estate è l’uso massiccio dell’aria condizionata. Il climatizzatore, infatti, raffredda l’aria ma la deumidifica drasticamente, accelerando l’evaporazione del film lacrimale. Non a caso, una piccola nota storica: le prime diagnosi di occhio secco furono fatte sui piloti di aerei che effettuavano lunghe tratte oceaniche in cabine quasi totalmente deumidificate. Per contrastare questo effetto, le lacrime artificiali sono un presidio eccellente».
– Molti, in caso di occhio rosso, ricorrono a colliri vasocostrittori. Sono una buona idea?
«Li sconsiglio. Questi prodotti mascherano il sintomo “sbiancando” l’occhio, ma dopo qualche ora si verifica un “effetto rebound”, ovvero una vasodilatazione di ritorno che rende l’occhio ancora più rosso, spingendo a un riutilizzo e creando un circolo vizioso. È una soluzione temporanea che non risolve la causa del problema. Molto meglio tenere l’occhio pulito e idratato con soluzione fisiologica o lacrime artificiali».
– In caso di sabbia o di un corpo estraneo nell’occhio, qual è la procedura corretta?
«Il protocollo è semplice. Primo: risciacquare abbondantemente l’occhio con soluzione fisiologica o acqua pulita, facendola cadere goccia a goccia per favorire l’espulsione del corpo estraneo. Secondo, e va contro l’istinto: non sfregarsi mai gli occhi. Lo sfregamento, infatti, rischia di far sì che un corpo estraneo semplicemente appoggiato si fissi sulla superficie corneale, rendendone la rimozione molto più complessa e richiedendo necessariamente l’intervento dell’oculista».
– Infine, un commento sui rimedi della nonna, come impacchi di camomilla o cetriolo. Hanno una validità?
«Questi rimedi casalinghi non sono controproducenti e possono avere un leggero effetto emolliente e decongestionante, simile a quello di un semplice impacco di acqua fredda. La loro validità scientifica è però relativa. Ricordo che agli inizi della mia carriera, per le cheratopatie da saldatura, si usavano persino fette di patata per l’effetto decongestionante dell’amido sulle palpebre. La regola d’oro resta sempre la stessa: in caso di un problema che non si risolve spontaneamente nell’arco di poche ore, un controllo specialistico è la scelta più saggia per evitare complicazioni».