Nei neonati il sonno è il momento più importante dell’intera giornata, perché favorisce lo sviluppo cerebrale. Il sonno e la veglia sono due stati vitali che non possono essere separati e il riposo notturno è essenziale per tutte le fasi di crescita del bambino perché assolve a funzioni importantissime. Tuttavia, il sonno può essere disturbato da molteplici fattori esterni, comportamentali, malformativi e patologici, ma diverse figure professionali possono contribuire a migliorarlo. Questi temi saranno trattati durante il convegno “Dormo, quindi cresco!” che si terrà sabato 25 marzo al Palazzo della Meridiana (salita di S. Francesco, 4) a Genova.

– Dott. Ameli, a chi si rivolge e perché avete organizzato questo convegno?
«Il sonno non è solo una questione per i sognatori, ma rappresenta un contributo enorme al benessere delle persone. Durante il sonno avvengono processi e recuperi indispensabili per il nostro sistema metabolico e cerebrale, ancora di più nei neonati che trascorrono il 75% della giornata a dormire. Il sonno è essenziale per la crescita, l’apprendimento e lo sviluppo di alcune funzioni fondamentali. Tuttavia, abbiamo raggiunto la piena consapevolezza di tutto ciò solo recentemente. Il convegno vuole fare luce sugli ultimi studi, in particolare sul sonno dei bambini e degli adolescenti, rivolgendosi anche ai pediatri, che a loro volta devono trasmettere conoscenze non così scontate ai genitori».

– Il sonno è una tematica multidisciplinare. Quali sono le figure interessate?
«Neurologi, neuro-fisiologi, odontoiatri, otorinolaringoiatri: sono tutte figure che si occupano del sonno e dei suoi disturbi, ma fino a pochi anni fa non era così. Dalla consapevolezza degli studi più recenti, è nata anche l’Associazione italiana medicina del sonno».

– Il suo intervento sarà sul russamento e le apnee notturne. Tutto nasce da un’intuizione. Quale?
«A metà degli anni ’70, un otorinolaringoiatra americano sospettò che la causa di un gravissimo problema cardiaco e polmonare di un bambino fosse legata a un’ostruzione delle vie respiratorie. Questa intuizione ha dato il via a una serie di sviluppi e studi. Le apnee nel sonno sono una patologia che è stata definita soltanto negli anni ’70. Siamo quindi in un campo della medicina estremamente giovane, entusiasmante per le sue molteplici scoperte».

– Nei bambini più piccoli, quali sono le principali conseguenze di un sonno disturbato?
«Ci sono ormoni, come quello della crescita, che vengono prodotti solo durante le fasi di sonno profondo. Se il bambino vive un sonno interrotto e frammentato, si riduce la produzione di queste sostanze, e il bambino può andare incontro a problemi di crescita. Ma il sonno incide anche sul sistema immunitario, oltre che sull’umore dei bambini».

– Tra i disturbi del sonno negli adolescenti spiccano invece quelli prodotti dall’utilizzo inappropriato di device prima di addormentarsi.
«Le ore di sonno necessarie cambiano durante la nostra vita. Partiamo da 15-20 ore nei primi mesi e arriviamo a 5-6 ore da anziani. Gli adolescenti hanno bisogno di 8-9 ore di sonno e l’utilizzo di device la sera ne compromette la qualità, perché purtroppo la loro luce blu inibisce completamente la produzione di melatonina, che è la sostanza che ci fa dormire. La privazione del sonno nei ragazzi si esplica in fenomeni di riduzione dell’attenzione, delle capacità mnemoniche e in una maggiore irritabilità».

– Quale consiglio dà ai genitori dei bambini che faticano a dormire?
«Nella mia specialità, i bambini che visito hanno problemi respiratori. Per prima cosa, do coscienza ai genitori di quanto sia importante il sonno del loro bambino, monitorando soprattutto russamento e apnee notturne. Se il problema è effettivamente respiratorio, si cerca con le terapie mediche e con l’aiuto degli ortodontisti di riequilibrare la via respiratoria, donando loro un sonno tranquillo, ossigeno-attivo».

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Redazione