Fino a pochi anni fa la chirurgia estetica comportava interventi importanti, impegnativi, di quelli che si fanno una volta sola nella vita. L’avvento della medicina estetica ha fatto sì che il prendersi cura di sé e rallentare il passaggio del tempo sia diventato più rapido e flessibile, di pronto consumo e soprattutto accessibile ai più e non a una ristretta fascia di privilegiati.
Oggi abbiamo a disposizione armi efficaci e sicure per rallentare in maniera significativa il processo di invecchiamento della pelle. I rimedi sono molti e la scelta è soggettiva, anche se i risultati migliori si raggiungono lasciandosi guidare e consigliare da un medico esperto nel settore, costantemente aggiornato sulle nuove soluzioni che compongono un panorama ricco di proposte.

Rimodellarsi con i filler

Chi ha deciso di lasciare scivolare via qualche anno senza ricorrere al bisturi trova un grande alleato nei cosiddetti “filler” (dall’inglese to fill = riempire), meglio definiti impianti cutanei.
I filler si utilizzano in medicina estetica non solo per la correzione di rughe, ma anche di cicatrici depresse, perdite di volume, aumento volumetrico di labbra e zigomi, rimodellamento dei contorni del viso.
L’esperienza acquisita nel corso degli anni ha evidenziato gli innegabili vantaggi dei prodotti riassorbibili, in particolare dell’acido ialuronico, uno zucchero presente in tutte le specie animali, il cui straordinario utilizzo in medicina estetica ha dato l’avvio a una vera e propria rivoluzione.
L’acido ialuronico non dà luogo a reazioni allergiche anche quando proviene da fonti diverse dal soggetto ricevente o da specie differenti da quella umana perché la molecola è identica, quindi non richiede test.
La sua capacità di captare acqua è indispensabile nella manutenzione del turgore della pelle.
Per aumentare la durata dell’impianto, l’acido ialuronico si combina con varie altre molecole sciolte in acqua, fino alla formazione di un gel viscoso che, a seconda della concentrazione, può rimanere nei tessuti dai 3 ai 9 mesi. La durata del prodotto varia anche a seconda della profondità del difetto da trattare, dello stress a cui è sottoposto il tessuto nel luogo di impianto nonché della tecnica di iniezione.
Una delle caratteristiche dell’acido ialuronico è il graduale riassorbimento, che avviene in genere in 3-9 mesi a seconda della concentrazione impiegata. Quello che può sembrare uno svantaggio è in realtà una grossa opportunità: adattare la correzione alla necessità fisiologica del momento.
Con l’avanzare dell’età, infatti, la struttura ossea, muscolare e del grasso sottocutaneo si modifica ed è opportuno regolare l’intervento alla naturale trasformazione del viso perché una correzione esteticamente valida effettuata a 40 anni potrebbe non essere adeguata a 60.
Per questo motivo è sempre meglio evitare l’uso di filler semipermanenti o permanenti.
La somministrazione del filler è una procedura ambulatoriale, ben tollerata e di breve durata.
Il filler viene iniettato con un ago sottilissimo nel derma con una profondità diversa a seconda del prodotto utilizzato. Depositando piccoli quantitativi di gel con apposita tecnica si possono correggere gli inestetismi segnalati dal paziente precedentemente segnati con una penna dermografica fino a raggiungere la giusta correzione.

Il trattamento “full face”

Dopo anni di utilizzo dei filler ritengo però che la vera innovazione sia oggi rappresentata dal trattamento “full face”, finalizzato non solo alla correzione delle rughe ma a un vero e proprio rimodellamento, ovvero un lifting non chirurgico del volto.
Opportunamente dosate e miscelate a seconda delle aree da trattare, le diverse concentrazioni di acido ialuronico a disposizione del medico consentono di restituire equilibrio e armonia ai tratti del volto, recuperando la freschezza di una pelle giovane.
Per la metodica full face ci si avvale di un innovativo ago flessibile con la punta arrotondata, che consente al gel di uscire da una piccola fessura laterale: una sorta di “nano-cannula” del calibro di un ago tradizionale ma più lunga. Introdotto nel tessuto, grazie alla sua flessibilità e all’eccellente scorrevolezza, l’ago cannula può essere facilmente manovrato per arrivare dove necessario, utilizzando un unico ingresso invece di dover ricorrere a tanti piccoli accessi.
Molti i vantaggi di questa tecnica iniettiva, prima tra tutti la riduzione del numero di iniezioni, riducendo notevolmente anche il rischio di ematomi e gonfiori, visto che la punta arrotondata non taglia i tessuti e i capillari.
I postumi del trattamento consistono in un leggero arrossamento che scompare dopo poche ore e talora in un modesto gonfiore che si attenuerà gradualmente nell’arco di 2-3 giorni.
Raramente possono apparire piccole ecchimosi, dovute allo stravaso dei fini capillari che vascolarizzano il viso.
Il trattamento consente la ripresa pressoché immediata dell’attività lavorativa.
Poche le precauzioni da adottare nei giorni seguenti: evitare di sfregare o massaggiare la zona trattata nelle 24 ore successive e non esporsi al sole o a lampade abbronzanti.

Il dolore si può evitare

E veniamo alla domanda che tutti i pazienti fanno al medico estetico prima di sottoporsi all’impianto di filler: ma il trattamento è doloroso?.
La sensazione di fastidio dovuta all’iniezione può essere eliminata applicando una crema anestetica sulla zona da trattare. Ricordiamo che la cute integra rappresenta un’efficace barriera alla penetrazione delle sostanze e gli anestetici locali non fanno eccezione. La compattezza e l’impermeabilità dello strato corneo impediscono il passaggio degli anestetici se non in minima quantità e dopo un prolungato periodo di applicazione.
In commercio esiste una formulazione in crema contenente lidocaina e procaina in una miscela che consente una maggior penetrazione cutanea mantenendo una bassa concentrazione complessiva e quindi rischi minimi di tossicità sistemica.
La crema, dopo essere stata applicata sulla cute, non deve essere spalmata ma messa in occlusione con pellicola impermeabile adesiva inclusa nella confezione.
Per essere efficace l’applicazione deve avere la durata minima di un’ora.
La complessità e la durata dell’applicazione possono rendere difficile il corretto utilizzo di questo prodotto, che spesso è utilizzato poco prima del trattamento con efficacia per lo più psicologica che reale.
Di più recente introduzione un’altra crema anestetica, un’emulsione di lidocaina e tetracaina in cui gli anestetici contenuti si trovano in forma oleosa liquida e non cristallina. Per la sua specifica formulazione la crema è in grado di penetrare nel derma attraverso la superficie cutanea. Applicata prima dell’esecuzione di un filler è in grado di determinare una significativa riduzione della sensazione dolorosa dopo un periodo di applicazione di 20-30 minuti.
Il vantaggio dell’uso di questa crema sta anche e soprattutto nel fatto che non richiede alcuna copertura occlusiva in quanto è auto-occlusiva.
Nei pazienti più sensibili o mal disposti verso anche il minimo dolore, si può ricorrere all’anestesia peri-neurale ovvero al blocco di un nervo periferico. L’infiltrazione con anestetico locale in corrispondenza di branche nervose di nervi sensitivi determina l’anestesia delle regioni cutanee innervate dalle specifiche branche.
In questo modo è possibile anestetizzare ampie zone con unico inoculo e una modesta quantità di farmaco.
I blocchi di branca più utilizzati nell’impianto di filler sono il blocco del nervo infraorbitario, il blocco del nervo mentoniero e il blocco del nervo sovra orbitario e trocleare.
Il dolore si può quindi assolutamente evitare ma un’accortezza è fondamentale. Prima della somministrazione di un’anestesia locale, sia topica sia infiltrativa, il medico deve informarsi sulle condizioni di salute del paziente con un’accurata anamnesi e verificare con lui eventuali reazioni allergiche o anomale a pregresse somministrazioni di anestesie locali, per esempio durante le cure odontoiatriche o in occasione di piccoli interventi dermatologici.

In apertura, foto di Jessica Devnani da burst.shopify.com.

Nel testo, Tiziana Lazzari, autrice dell’articolo.

Scritto da:

Tiziana Lazzari

Specializzazione in Dermatologia e Venereologia. Ha frequentato corsi e master in Medicina e Chirurgia estetica in Italia e all’estero.