In Italia ogni anno sono circa 200.000 le infezioni ospedaliere causate da batteri-resistenti, con una mortalità annua di 10.000 pazienti che ci pone tra i peggiori in Europa. Un dato destinato a salire in futuro, senza interventi strutturati. Come quello varato da Montallegro negli ultimi tre anni, con il Piano per la prevenzione delle infezioni ospedaliere. I risultati, lusinghieri, sono stati presentati lo scorso 31 gennaio presso TSV 70 di fronte a una platea di oltre 50 tra chirurgi, anestesisti e internisti. L’incontro ha visto l’intervento di Matteo Bassetti, Direttore della Clinica Malattie infettive e tropicali dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova, che ha affrontato nello specifico il tema della antibiotico-resistenze nella profilassi chirurgica.

«Questo è il primo di una serie di incontri che svolgeremo nei prossimi mesi in TSV 70. Abbiamo pensato di dedicare questo ciclo di eventi a Salvatore Giuffrida, caro amico, grande manager, uomo di raro equilibrio che da poco ci ha lasciato e che ci manca molto. Questa dedica è un atto dovuto e sono certo che le persone che interverranno avranno ben presente lo spirito con cui ha guidato il suo prezioso lavoro, contraddistinto dalla ricerca della coesione tra le parti, nel tentativo di superare una serie di steccati tra pubblico e privato ormai anacronistici» ha introdotto Francesco Berti Riboli, ad di Montallegro.

Piano triennale per la prevenzione delle infezioni ospedaliere: dati positivi in Montallegro

Tra 2020 e 2022 l’indice di pressione antibiotica in Montallegro si è ridotto di quasi quattro punti percentuali, passando dal 46.6% al 42.7%. Dati che pongono Montallegro in una situazione d’eccellenza: nel 2020 i tassi di resistenza antibiotica erano già sotto la media italiana e il delta si è ulteriormente amplificato grazie a questo lavoro di sensibilizzazione.

«Partendo dalla base documentale costituita dalle cartelle cliniche dei pazienti, la ricerca triennale si è posta l’obiettivo di razionalizzare l’uso degli antibiotici sulla base delle evidenze scientifiche, riducendo il rischio di insorgenza di antibiotico-resistenze – ha spiegato Roberto Tramalloni, direttore sanitario di Montallegro –. Nel 2020 abbiamo valutato l’indice di pressione antibiotica interna a Montallegro, per poi concentrarci l’anno successivo sulla sensibilizzazione dei professionisti ad attenersi alle indicazioni dell’Istituto Superiore Sanità (ISS) in materia, e alle buone prassi emerse dallo studio. Un lavoro che nel 2022 ha dato riscontri positivi e che continueremo nel prossimo biennio».

Carlotta Meirana, responsabile della farmacia di Montallegro, è andata nel dettaglio dei dati. «Nel 2022 gli antibiogrammi sono cresciuti esponenzialmente rispetto al numero dei pazienti (101% vs 21%). Questo ha permesso di utilizzare antibiotici più selettivi per combattere le antibiotico-resistenze e di ridurre di quattro punti l’indice di pressione antibiotica. Nel prossimo biennio ci auspichiamo un’ulteriore riduzione di 8/10 punti percentuali».

Bassetti: l’antibiotico-resistenza è uno dei temi centrali dei prossimi anni

«L’antibiotico-resistenza è un problema di stretta attualità, perché i batteri super resistenti sono sempre più frequenti tra le corsie degli ospedali. Una volta che la resistenza si è stabilita in un micro-organismo non è sufficiente interrompere la somministrazione dell’antibiotico per eliminarla: occorrono anni. La seconda questione, forse ancor più preoccupante, è che dalla ricerca da qui a 10-15 anni non avremo nuovi antibiotici, mentre alcuni di quelli di recente approvazione hanno costi altissimi. Il Covid ha peggiorato il quadro. Basta un dato: per l’80% dei pazienti ricoverati in ospedale tra 2020/2021 facevamo uso di terapia antibiotica, anche se poi abbiamo scoperto che non sempre era necessaria. E in molti casi gli ospedali hanno sospeso o ridotto le misure per una corretta “Antimicrobial stewardship” (= gestione antibiotica)». Matteo Bassetti, nel suo intervento, si è concentrato sulle indicazioni dell’ISS per una corretta gestione antibiotica.

«Prima del Covid, il governo britannico ha illustrato uno studio frutto di una proiezione matematica: senza un intervento strutturato e coordinato, nel 2050 le infezioni da antibiotico-resistenze potrebbero diventare la prima causa di mortalità al mondo, arrivando a 10 milioni di morti annue. È chiaro che occorra intervenire al più presto, educando medici (e anche pazienti) a utilizzare gli antibiotici in maniera corretta: quando servono, in maniera specifica e mirata grazie agli antibiogrammi, con il dosaggio corretto e per il tempo necessario».

Bassetti si è poi concentrato sull’utilizzo degli antibiotici nella profilassi chirurgica. «Questo significa somministrare un antibiotico con lo scopo di prevenire un’infezione quando l’infezione non è presente, ma il rischio postoperatorio è invece presente. Se il rischio postoperatorio è vicino allo zero, è inutile somministrare l’antibiotico. Se si procede con la somministrazione, vanno invece rispettate le corrette indicazioni: dalla somministrazione 30/60 minuti prima dell’incisione della cute, al mantenimento dei livelli terapeutici per l’intera durata dell’intervento, somministrando una seconda dose in caso di interventi prolungati oltre le tre ore o in caso di perdita di sangue superiore ai 2000 ml. Bisogna poi evitare l’errore, purtroppo ancora comune, di somministrare in terapia lo stesso farmaco utilizzato in profilassi. E non prolungare l’utilizzo preventivo degli antibiotici oltre le 24 ore post-operatorie. Alcune sembrano banalità, ma troppo spesso le linee guida della profilassi vengono disattese».

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