Come sentirsi belle in menopausa
I consigli per gestire la transizione ormonale attraverso l’attività fisica e il supporto ginecologico specialistico
Mi dica, dottore
La menopausa rappresenta un momento di profonda trasformazione che va ben oltre i cambiamenti visibili allo specchio. Non si tratta solo di una questione estetica del volto, bensì di un equilibrio complesso che coinvolge l’apparato scheletrico, la forza muscolare e la funzionalità cardiaca. Grazie alla prevenzione e con un approccio multidisciplinare, è possibile interpretare questo passaggio non come un declino, ma come un’opportunità cruciale per monitorare la propria salute e consolidare un benessere duraturo. Ne abbiamo discusso con Daniela Gerbaldo, specialista in ginecologia, che abbiamo incontrato in Montallegro, struttura che ha scelto per la sua attività in libera professione.
– Come possiamo definire il concetto di bellezza in menopausa?
«Se parliamo di bellezza, non possiamo certamente prescindere dal nostro viso. La prima domanda da porsi è come ci percepiamo al mattino: esiste ancora un riconoscimento? Osserviamo le caratteristiche della pelle, la cromia, l’espressività, ma soprattutto dobbiamo chiederci se il nostro sorriso corrisponda ancora a ciò che intendiamo comunicare o se l’insieme appaia più grave. Se questo riconoscimento viene meno, forse è il momento di dedicare attenzione anche alla pura estetica, un ambito specialistico differente dove però il ritrovarsi è funzionale a relazionarci meglio e a garantirci condizioni di benessere».
– Esiste però una dimensione che lei definisce “bellezza profonda”. Cosa intende?
«Il vero benessere a cui rivolgo la mia attenzione professionale non è tanto quello superficiale, quanto quello che non è immediatamente visibile. La vera bellezza in menopausa risiede nella salute dell’osso, nella postura, nell’equilibrio e nella forza muscolare. Questi elementi sono fondamentali: potremmo indossare un meraviglioso abito di seta, ma se lo adagiassimo su un sostegno irregolare, il tessuto cadrebbe formando pieghe e grinze. In egual modo, non potremmo sostenere correttamente il nostro corpo».
– Quali sono i rischi principali per la struttura ossea in questa fase?
«Sappiamo che la densità e la struttura dell’osso cambiano tantissimo già nei due o tre anni precedenti l’inizio della menopausa. In questo periodo perdiamo in densità dal 3 al 6 per cento per ogni anno. Costruendo una tempistica chiara, possiamo intervenire: oltre all’esercizio fisico, una parte rilevante della ginecologia moderna è orientata proprio al mantenimento dell’integrità scheletrica e strutturale. L’obiettivo è evitare la “caduta”. Frequentemente si sente affermare che una determinata densità ossea sia congrua all’età; in realtà, spesso invecchiamo di molti più anni rispetto a quelli che ci sarebbero concessi biologicamente. Non dobbiamo limitarci a subire l’invecchiamento: dobbiamo agire, consultando il ginecologo e altri specialisti».
– Oltre alle ossa, quali altri organi risentono maggiormente del cambiamento?
«Il secondo punto critico è il cuore. Lavora per tanti anni, ma in questa fase subisce un cambiamento dovuto alla nuova struttura ormonale che influenza anche il microcircolo. Montallegro ha dedicato molta attenzione a questo aspetto e il ginecologo resta una figura centrale: il cuore rispecchia la nostra vita, le gravidanze avute o non avute, le eventuali terapie passate. Gli interventi possibili sono molti e richiedono specialisti di più settori. In conclusione, il vero lusso è potersi dedicare alla bellezza in assenza di patologie: partecipiamo agli screening, proseguiamo il percorso di prevenzione e valorizziamo la menopausa come il momento ideale per fare il punto della situazione sulla nostra salute».