Mastoplastica: le nuove frontiere tra salute, estetica e psicologia
Lo specialista Francesco Filippi illustra le diverse declinazioni della chirurgia mammaria: dalle correzioni post-oncologiche alla chirurgia estetica
Mi dica, dottore
La chirurgia mammaria rappresenta un ambito vasto e complesso che non si limita al semplice desiderio di modifica estetica, ma abbraccia spesso necessità ricostruttive e funzionali profonde. Il seno può essere infatti oggetto di malformazioni congenite, esiti di patologie o cambiamenti strutturali che impattano sulla qualità della vita e sulla salute della paziente. Per approfondire le diverse tipologie di intervento e le più recenti evoluzioni tecniche, abbiamo incontrato Francesco Filippi, specialista in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica, che ha scelto la struttura di Montallegro per la sua attività libero professionale.
«Le mastoplastiche includono quegli atti chirurgici orientati al miglioramento della ghiandola e del cono mammario, sia per quanto riguarda la forma sia il volume. Possono essere correttive di problemi derivanti da patologie oncologiche o da malformazioni congenite: in questo caso si parla di mastoplastica ricostruttiva, che generalmente viene eseguita con l’utilizzo di materiali autologhi, come il tessuto adiposo tramite lipofilling, o mediante materiali protesici.
Esistono poi interventi con un duplice approccio – estetico e funzionale – come le mastoplastiche riduttive. Queste si applicano quando un eccesso di ghiandola mammaria ha ripercussioni sulla postura e sull’autonomia nei movimenti quotidiani. In questi casi viene ridotta la ghiandola e riprodotto un cono mammario, offrendo un notevole beneficio nei rapporti interpersonali e nella quotidianità, andando soprattutto a rallentare quei processi degenerativi che un seno molto pesante può creare a livello della colonna vertebrale. L’unico aspetto da considerare in queste procedure sono le cicatrici, necessarie per una riduzione importante».
Quando il problema non è il volume eccessivo, ma il cedimento dei tessuti dovuto al tempo o alle gravidanze, la chirurgia interviene per restituire la corretta posizione al seno rimodellando la ghiandola esistente. «Parliamo in questo caso di mastoplastica sospensiva, un intervento simile alla riduttiva ma che va a modellare la ghiandola senza ridurne il volume. È indicata per correggere un seno ipoplasico o ptosico, per esempio in seguito a una gravidanza. Le cicatrici sono più ridotte rispetto alla riduttiva e si posizionano generalmente intorno all’areola e nel segmento verticale che va dal margine inferiore dell’areola al solco sottomammario».
Infine, l’intervento più noto riguarda l’aumento del volume, una procedura che oggi si avvale di tecnologie avanzate e che riconosce un forte valore al benessere psicologico della paziente, puntando a risultati sempre più naturali grazie a tecniche combinate. «La mastoplastica additiva va a modulare e modificare il volume e la forma del seno. Spesso viene considerata una procedura puramente estetica, ma non è così: l’aspetto psicologico è molto importante. La paziente, decidendo di sottoporsi a questo intervento, intraprende un percorso che le permette di sentirsi meglio e di vivere appieno la propria femminilità. Negli ultimi anni gli interventi sono divenuti sempre meno invasivi e c’è stata un’importante evoluzione tecnologica delle protesi mammarie. L’innovazione più significativa oggi è la possibilità di eseguire mastoplastiche “ibride”: si utilizzano protesi non eccessivamente voluminose, per non stravolgere l’anatomia, abbinandole al tessuto adiposo autologo. L’unione di lipofilling e materiale protesico permette di ottenere risultati estremamente armoniosi».