Prp vulvare: cos’è e perché farlo
Lo specialista Francesco Casabona spiega l'efficacia del plasma ricco di piastrine nel trattamento di patologie come il lichen e la vulvodinia in pazienti di ogni età.
Mi dica, dottore
La medicina rigenerativa, già ampiamente utilizzata in diversi ambiti clinici per la sua capacità di riparare i tessuti danneggiati, trova oggi una fondamentale applicazione anche nel trattamento delle patologie vulvari. Grazie all’utilizzo del PRP (plasma ricco di piastrine), è possibile intervenire efficacemente su disturbi cronici e invalidanti. A spiegare i dettagli di questa metodica è Francesco Casabona, specialista in Chirurgia plastica e ricostruttiva, che abbiamo incontrato in Montallegro, che ha scelto per la propria attività di libera professione.
«Il PRP vulvare è una terapia rigenerativa in uso da anni in diversi distretti del corpo umano per riparare i tessuti. A livello vulvare è indicata per il controllo di alcune malattie, quali il lichen, e per diminuire disturbi come la vulvodinia (dolore ai genitali)».
L’obiettivo primario del trattamento è il miglioramento della qualità della vita delle pazienti, spesso compromessa da una sintomatologia dolorosa persistente.
La versatilità di questa tecnica la rende adatta a una platea molto vasta: «È una terapia che stiamo utilizzando sempre più frequentemente in pazienti di tutte le età, dalle più giovani alle persone anziane, che soffrono di dolore cronico ai genitali».
Dal punto di vista operativo, si tratta di una procedura che unisce efficacia e scarsa invasività, pur richiedendo un contesto clinico adeguato per garantire la massima sicurezza. «È una terapia infiltrativa, eseguita in regime ambulatoriale. Non è dolorosa in quanto assistita, eventualmente, anche da una sedazione, ma deve essere eseguita in una struttura idonea» conclude Casabona.