Dopo il successo dell’incontro inaugurale con Fabio Benfenati, prosegue l’esplorazione della mente umana con il secondo appuntamento del ciclo “Dialoghi di scienza”, organizzato dall’Associazione Amici del Festival della Scienza e dalla Commissione Cultura dell’Ordine dei Medici di Genova, con il supporto di Montallegro.

L’incontro è fissato per giovedì 4 dicembre 2025 (ore 18.30) presso Torre San Vincenzo (23esimo piano). Protagonista della serata sarà Lino Nobili, professore dell’Università di Genova, specialista in neurofisiopatologia e neuropsichiatria infantile. Nobili vanta un percorso d’eccellenza che lo ha portato da Genova a Milano, dove per diciotto anni ha lavorato all’Ospedale Niguarda divenendo responsabile del Centro di Medicina del Sonno, per poi rientrare nel capoluogo ligure dove oggi coordina il dottorato in Neuroscienze.

Al centro del suo intervento, dal titolo “Il sonno nelle età della vita”, ci saranno i meccanismi che regolano il nostro riposo.
«I miei interessi scientifici principali si concentrano su due aree: il sonno – di cui studio in particolare i meccanismi neurofisiologici e le loro implicazioni nelle patologie – e l’epilessia» racconta Nobili. «In questo secondo campo lavoro allo sviluppo di tecniche innovative di analisi dei segnali elettrofisiologici per individuare con precisione le aree epilettogene. Le nostre ricerche includono collaborazioni con i neurochirurghi nell’applicazione di approcci terapeutici avanzati, come interventi mini-invasivi al laser che stanno rivoluzionando la pratica clinica».

Durante la conferenza, l’attenzione si sposterà su come il riposo modelli il nostro sviluppo.
«La conferenza sarà dedicata al sonno nel corso della vita: come si regola, a cosa serve, cosa accade quando viene meno. Analizzeremo quali differenze esistono tra veglia e sonno e quali conseguenze questi meccanismi hanno sul funzionamento del pensiero umano».

Non manca uno sguardo rivolto ai futuri medici e ricercatori, frutto dell’esperienza maturata in una carriera accademica costruita con tenacia. «A chi intraprende il percorso specialistico cerco di trasmettere soprattutto passione ed entusiasmo per la ricerca, insieme a un profondo senso etico nel rapporto con i pazienti. È fondamentale non temere i cambiamenti professionali: ogni nuovo ambiente può essere arricchito dalla propria energia. Qualità e impegno possono migliorare anche contesti lavorativi difficili; per questo ricordo spesso ai giovani ricercatori la necessità di mantenere viva la motivazione, anche quando le condizioni appaiono precarie».

Infine, un aspetto meno noto che lega la scienza all’arte. «Fuori dall’ambito clinico coltivo una grande passione: la musica. Suono la chitarra e la tromba jazz. Considero il jazz una forma d’arte che stimola l’intelligenza e favorisce la contaminazione culturale, affascinante tanto quanto gli aspetti neuroscientifici. La musica può avere anche un valore terapeutico, soprattutto in condizioni come i disturbi dello spettro autistico» conclude Nobili.

Leggi l’intervista integrale a Lino Nobili sul sito Amici della Scienza.

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