Glicemia: valori da controllare e segnali d’allarme
Superati i 65 anni i parametri di riferimento della glicemia possono cambiare. Ecco perché e cosa tenere monitorato
Cuore al centroNews
Tenere sotto controllo i valori della glicemia è il primo passo per una diagnosi precoce del diabete mellito o di una ridotta tolleranza ai carboidrati. Comprendere i numeri e sapere quali esami siano più affidabili è fondamentale. Ne parliamo con Roberto Della Vecchia, specialista in Endocrinologia, Geriatria e Gerontologia, che abbiamo incontrato in Montallegro.
«Qualunque misurazione estemporanea della glicemia che superi i 200 mg/dl dà già un’indicazione di diabete mellito. Per quanto riguarda i controlli di routine, le glicemie normali al mattino a digiuno possono essere considerate tali fino a 105-110 mg/dl. Questo parametro, però, va contestualizzato con l’età del paziente: oggi si considera normale, dopo i 65 anni, un valore a digiuno fino a 126 mg/dl, tenendo conto di un fisiologico esaurimento funzionale dell’attività pancreatica con il passare del tempo».
Per avere un quadro più stabile e attendibile, tuttavia, l’esame di riferimento è un altro. «Un valore di cui oggi disponiamo, ancora più affidabile, è la cosiddetta emoglobina glicata. Si tratta di un dato che ci consente di avere una media dei valori glicemici dei tre o quattro mesi precedenti il prelievo. L’emoglobina glicata, considerata nella norma fino a un valore di 6-6,5%, diventa uno strumento preziosissimo soprattutto dopo la diagnosi, nel monitoraggio della terapia per la malattia diabetica» conclude Della Vecchia.