Quando un elettrocardiogramma (ECG) standard non è sufficiente per indagare la natura di un sintomo, come una palpitazione o una sincope, si ricorre al monitoraggio prolungato dell’attività elettrica del cuore. Questo esame, noto come ECG dinamico sec. Holter o più comunemente Holter cardiaco, permette di registrare ogni battito nell’arco di una o più giornate, durante le normali attività del paziente, svelando anomalie altrimenti non rilevabili. Per capire meglio di cosa si tratta e a cosa serve, ci siamo rivolti a Gianfranco Mazzotta, consulente del Servizio di Cardiologia di Montallegro.

«L’Holter deve il suo nome al fisico statunitense che ideò questo sistema di monitoraggio elettrocardiografico dinamico eseguibile senza ricovero. Concretamente, il paziente indossa un piccolo dispositivo collegato a elettrodi sul torace, il quale registra ininterrottamente il tracciato per un dato periodo, solitamente 24 ore. Questo ci permette di avere una panoramica completa dell’attività elettrica del cuore, visualizzando tutti i battiti su 3 o 12 derivazioni».

La durata della registrazione, però, è flessibile e si adatta alle necessità cliniche. «Sebbene il formato standard sia di 24 ore, la durata è personalizzabile e in Montallegro possiamo estenderla a 48 ore, a 72 ore o a una settimana o più. La scelta dipende dal quesito diagnostico: se si cerca un disturbo sporadico, la registrazione viene prolungata fino alla sua comparsa. L’Holter è inoltre cruciale per valutare l’andamento della frequenza cardiaca, dato che orienta le terapie, e soprattutto per individuare e caratterizzare le aritmie, al fine di impostare la cura più appropriata».

Negli ultimi anni, lo strumento si è ulteriormente evoluto. «Oggi l’esame può integrare il monitoraggio della pressione arteriosa, combinando in un unico dispositivo Holter cardiaco e pressorio. Questa opzione, anch’essa disponibile in Montallegro, ha indicazioni più specifiche, legate in particolare alla gestione delle ipertensioni arteriose di difficile controllo terapeutico».