Pressione arteriosa: i valori ottimali e quando misurarla
Non più solo stile di vita: per pressioni tra 130/80 e 140/90 la terapia medica potrebbe iniziare dopo soli sei mesi
Cuore al centroNews
La misurazione della pressione arteriosa è un indicatore cruciale della salute cardiovascolare. La definizione dei valori ottimali e la soglia per l’intervento farmacologico sono però oggetto di un dibattito scientifico in evoluzione, con recenti novità da parte delle società cardiologiche internazionali.
A fare il punto è il dottor Gian Paolo Bezante, dirigente medico U.O. Clinica di Malattie dell’apparato cardiovascolare dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova e consulente del Servizio di Cardiologia di Montallegro. «Le principali società di cardiologia internazionali riconoscono il valore soglia di 140/90 mmHg come limite per iniziare la terapia medica». Esiste però una “zona grigia” di valori intermedi. «Pressioni arteriose comprese tra 130/80 e 140/90 richiedono un periodo di osservazione prima di un’eventuale terapia, durante il quale il paziente dovrebbe modificare le proprie abitudini: perdere peso, ridurre il sale, smettere di fumare».
Su questo approccio si è basata per anni la pratica clinica, ma recenti aggiornamenti hanno introdotto un cambiamento significativo. «Proprio in queste settimane, l’American College of Cardiology ha pubblicato nuove linee guida: per i soggetti con valori pressori in questa “zona grigia”, si raccomanda di iniziare la terapia medica dopo soli sei mesi di osservazione se la modifica dello stile di vita non è stata sufficiente».
Questo riduce il tempo a disposizione per correggere i valori senza farmaci. Resta una domanda: qual è il momento migliore per il controllo? La risposta del dottor Bezante è netta. «La pressione arteriosa deve rientrare nei parametri di normalità 24 ore su 24, ogni giorno. Non esiste quindi un “momento migliore” per la misurazione: ogni controllo deve semplicemente confermare che i valori sono nella norma».