La voce di Ilaria Cavo è sempre stato uno dei segreti del suo successo: profonda e cavernosa quanto basta, capace di aggiungere sensualità al suo personaggio. Insomma, perfetta sia per il giornalismo, sia per la politica.
Ma, qualche mese fa, a un certo punto, anche la voce più profonda e sensuale di Ilaria dovette fare i conti con il suo record storico. Perché, a furia di diventare sempre più cavernosa, consigliò all’assessore alla Cultura e alla Formazione della Regione Liguria di fare qualche controllo. E lì Ilaria scoprì che dipendeva anche da una piccola ciste, che il 13 luglio è stata tolta con un intervento di microchirugia al reparto di otorinolaringoiatria del San Martino, dove il direttore Giorgio Peretti richiama pazienti da mezza Italia.
Nonostante Peretti sia un luminare, e nonostante le avesse prescritto quindici giorni di silenzio totale, chiunque conosca l’assessore Cavo sa che questo è assolutamente impossibile. E, infatti, dopo due giorni, tornò disobbediente a parlare.

La voce come strumento

Senza, però, dimenticare il resto delle prescrizioni: «Da quel momento mi affido alla logopedia per evitare gli errori che ho sempre fatto tendendo troppo le corde vocali nel parlare, anziché farle vibrare con la tensione del diaframma. È anche un problema di respirazione e ora ci sto molto attenta, perché la voce merita di essere curata».
Fra l’altro, per Ilaria, la voce è un indispensabile strumento di lavoro, sia che faccia la giornalista, sia che faccia l’assessore, con discorsi e presenze continue. «E fra l’altro – sorride lei giustamente orgogliosa del particolare – la mia è sempre stata considerata una bella voce, tanto che i miei servizi giornalistici in tv non sono mai stati doppiati…».
E nell’occasione dell’operazione, l’assessore Cavo ha anche colto l’occasione per smettere di fumare: «La scusa è stata quella dell’operazione alle corde vocali, ma ne ho approfittato per chiudere con le sigarette ed è una cosa di cui sono particolarmente orgogliosa. Finalmente ci sono riuscita!».

Abbonata all’ortopedia

Ma il curriculum sanitario di Ilaria Cavo è molto più lungo e, pur avendo la sanità pubblica come minimo comune multiplo, comprende anche una serie di controlli ortopedici a Villa Montallegro, anche dopo l’ultima frattura di settembre quando si ruppe il ginocchio, anzi per la precisione il condilo femorale, in stazione mentre correva per prendere il treno e andare al Festival del Cinema a Venezia per incontrare il ministro della Cultura Dario Franceschini e chiedergli i fondi per la Casa dei Cantautori, poi ottenuti grazie a un pressing ai confini dello stalking da parte di Ilaria. «In verità – sorride oggi – il treno l’ho preso e i fondi pure, anche se mi è costato un mese e mezzo di stampelle».
Ma il ginocchio è un classico della cartella clinica targata Cavo: «Siamo al terzo, fra spine tibiali e rotule, ma alla fine me la sono sempre cavata con gessi e tutori, senza mai essere operata. Anzi, a dicembre, ho anche sciato col tutore. Insomma, rassicuro tutti, anche gli avversari: sono sempre in pista». Letteralmente.

Una dieta da tradire

E lo sci, insieme al nuoto, almeno ogni dieci giorni, è uno dei modi che ha l’assessore Cavo di tenersi in forma («anche se gli ultimi due o tre chili non riesco mai a perderli», in una sorta di “ultimo miglio” delle diete), mentre l’altro sono i consigli dei nutrizionisti.
«Hanno avuto due impostazioni diverse, ma hanno funzionato entrambi. Il primo, suggerito da un nutrizionista milanese, prevedeva carne, pesce e verdure sia a pranzo sia a cena, senza carboidrati, al massimo qualche craker».
Ma. «Ma io sono golosissima di pane, grissini, focaccia e tutto ciò che è carboidrato». E quindi è venuta alla perfezione la nuova dieta di un nutrizionista genovese: «Colazione senza dolce, ma con yogurt arricchito dalle proteine di un integratore alimentare in polvere. A pranzo proteine con carne, pesce e verdure. E a cena carboidrati in libertà, anche due etti di pasta, purchè accompagnati da verdure e non proteine».
– Funziona?
«Funziona…».
– Solo che…
«Poi vado ai buffet e alle conferenze stampa e il mantenimento della forma ritrovata resta un’ipotesi…».

 

(Foto da Primocanale)

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Scritto da:

Massimiliano Lussana

Massimiliano Lussana, 49 anni, giornalista, si definisce “affamato e curioso di vita”.